Il riposo e la compassione – Sabato della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Sabato della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Eb 13,15-17.20-21 Sal 22 Mc 6,30-34: Erano come pecore che non hanno pastore.
Dalla lettera agli Ebrei Eb 13,15-17.20-21
Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore vi renda perfetti in ogni bene
Fratelli, per mezzo di Gesù offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.
Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi.
Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Il Pastore Grande del piccolo gregge
Gesù Cristo, costituito sommo sacerdote in virtù del sacrificio della sua vita compiuto sull’altare della croce, è il Pastore grande del gregge di Dio che è la Chiesa. Essa, sposa di Cristo, è unita a Lui nella liturgia esistenziale. Infatti, per mezzo di Gesù, possiamo pregare rivolgendoci a Dio chiamandolo Padre, possiamo riconoscere in ogni uomo il fratello e la sorella con i quali condividere i beni ricevuti dalla provvidenza divina e, in fine, essere obbedienti alla Gerarchia che è nella Chiesa segno visibile di Cristo capo e servo. La comunità cristiana diventa corpo di Cristo, che si offre al Padre per la salvezza di tutti gli uomini, nella misura in cui ogni membro prende sul serio la sua vocazione a servire gli altri fratelli con cuore libero dall’avarizia e lieto, consapevole di dover dar conto a Dio del proprio operato e verificarlo se è conforme alla Sua volontà.
+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-34)
Erano come pecore che non hanno pastore.
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Il riposo e la compassione
«Riposatevi un po’», nell’invito di Gesù a fare pausa in un luogo deserto c’è la premura di chi ha a cuore la persona prima e più del suo operato. Il maestro sa bene che per avere cura degli altri bisogna riservarla anche a sé stessi. Il riposo non significa isolarsi, ma ritrovarsi insieme attorno a Gesù abbandonando l’ansia della prestazione e della rendicontazione. Il riposo è comunione e condivisione del proprio vissuto per rintracciare nelle varie esperienze di vita la continua presenza di Dio attento e premuroso.
La preghiera è fondamentale per i discepoli di Cristo. Essa, in quanto incontro personale e comunitario con Dio, è la sorgente motivazionale dell’apostolato ma è anche ciò che rende credibili gli apostoli ed efficace la loro missione. La gente comprende quando il cristiano oltre ad essere una persona impegnata è anche un uomo di preghiera e intravede in lui un punto di riferimento non solo per chiedere aiuto in caso di bisogno ma anche per lasciarsi accompagnare da amico.
La compassione è un dono che viene alimentato dalla preghiera. Vivere l’intimità con Dio aiuta a sentire nel proprio cuore le sofferenze dei fratelli e condividerle. Le parole e i gesti dell’apostolato non nasceranno da una mente che pensa, ma da un cuore che ama.
Signore Gesù, solo in te trova riposo e ristoro l’anima mia. Pregando, possa nuotare nello spazio infinito della tua bontà e stupirmi continuamente della tua infinita e multiforme misericordia. Risveglia in me la spontaneità infantile di cercare il tuo abbraccio, alimenta nel mio cuore l’ardore giovanile di osare oltre gli ostacoli della paura, ravviva nel mio animo il coraggio maturo di puntare all’essenziale. Il tuo Spirito mi dia l’intelligenza del cuore perché la compassione preceda il ragionamento e guidi l’agire.