Dio nelle nostre mani – Sabato della II settimana di Avvento
Sabato della II settimana di Avvento
Sir 48,1-4.9-11 Sal 79
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 17,10-13
Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
Dio nelle nostre mani
Elia è il prototipo del profeta chiamato da Dio e inviato per ristabilire la giustizia, è il messaggero che gli prepara la strada. Scrutando i segni dei tempi, con parole forti e incisive, si adopera per purificare la fede di Israele dagli idoli e riportarlo nell’alveo dell’alleanza con il Signore.
Tutti i profeti, compreso Giovanni Battista, hanno proseguito la missione di Elia, tenendo desta l’attesa del Messia, spesso con grandi sofferenze perché i loro appelli erano disattesi. Il vero profeta è colui che annuncia con la sua vita, prima ancora che con le parole, il tratto caratteristico del Messia: l’essere servo sofferente, servo nella sofferenza. La forza del Cristo risiede nell’amore con il quale offre la sua vita a Dio per i peccatori. Chi accoglierà questo Messia sofferente e sconfitto? Solo chi riconoscerà in Lui il Dio compassionevole e misericordioso che non chiede di soffrire, ma soffre e muore con il povero.
Gesù offre la propria vita nella sofferenza causata dalla irriconoscenza degli uomini nei confronti di Dio. Lui stesso si dona come alleanza nuova ed eterna, non basata più sull’osservanza della legge, ma sulla volontà di Dio di amare l’uomo sempre e comunque. A noi renderci conto di questo dono. Nell’Eucaristia Gesù viene ancora deposto nelle nostre mani perché noi ne mangiamo e diventiamo come Cristo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita.
La Parola cambia la vita
Ancora oggi sono tanti i profeti che con le parole e la vita annunciano la bella notizia dell’amore di Dio. Ogni cristiano è chiamato ad essere profeta di Dio. Cosa significa e comporta oggi l’essere profeti?
Signore Gesù, Tu conosci la durezza del nostro cuore così pieno di orgoglio e diffidenza, fa che riconosciamo con umiltà i profeti inviati da Dio. Seguendo il loro invito e imitando il loro esempio, non ci perderemo nei nostri ragionamenti tortuosi ma ritroveremo la strada della giustizia sulla quale venirti incontro per gustare la tua amicizia e godere dei doni della tua misericordia.