Promotori di umanità – Lunedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Lunedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Fil 2,1-4 Sal 130
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 14,12-14
Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Promotori di umanità
L’amore fraterno non può ridursi a uno scambio di cortesie, ma esige uno spirito d’iniziativa che parte dalla presa di coscienza del bisogno del povero e giunge alla determinazione di contribuire alla sua promozione umana. La convivialità è stata da sempre un mezzo attraverso il quale accreditarsi presso le persone considerate più ragguardevoli nella cui cerchia di amici si desidera entrare. La Chiesa, sembra suggerire Gesù, non può essere alla stregua di un club di eletti che accoglie nuovi membri solo se dimostrano di avere le carte in regola. Al contrario, Gesù le affida il compito di rivelare il tratto più innovativo, e per certi versi inedito, del regno di Dio: l’accoglienza gratuita e calorosa. Le credenziali non sono i meriti da esibire ma i propri bisogni e speranze. È lì che ognuno può coltivare il desiderio di guarigione, di rinascita e di riscatto. La comunità cristiana rivolge l’invito alla mensa eucaristica perché chi è solo e abbandonato possa sentire il calore di un abbraccio affettuoso che risvegli, come il sole di primavera, il processo di sviluppo dei germi di bene che il Signore ha posto nel suo cuore.
Signore Gesù, Tu che hai riservato uno sguardo attento e premuroso ai più piccoli, vittime dell’indifferenza e del disprezzo, aiutaci a coltivare l’umiltà del cuore per avere compassione di coloro che sono relegati ai margini della società e considerati uno scarto da eliminare. Liberaci dall’ipocrisia che ci rende cortesi e intraprendenti nel coltivare amicizie utili dimenticando gli amici di un tempo caduti in disgrazia. Donaci la sollecitudine della carità che ti ha spinto a varcare la soglia delle case in cui si respira l’aria pesante della tristezza, a percorrere i vicoli oscuri in cui giacciono gli uomini privi di speranza, a lasciarti toccare dagli intoccabili. Fa di noi Chiesa madre e maestra, che educa i suoi figli ad amarsi reciprocamente imitando Te che non sei venuto per farti servire ma per servire e dare la vita in riscatto di tutti.