Il volto di Dio brilla in ogni lacrima d’amore – TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE (ANNO C)
TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE (ANNO C)
Dn 7,9-10.13-14 Sal 96 2Pt 1,16-19
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,28-36
Mentre Gesù pregava, il suo volto cambiò d’aspetto.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Il volto di Dio brilla in ogni lacrima d’amore
In tutti e tre i vangeli sinottici, Matteo, Marco e Luca, il racconto dell’evento chiamato “trasfigurazione” ricopre un ruolo centrale nella trama narrativa. Non si tratta di un miracolo o di un insegnamento particolare, ma di un’esperienza che anticipa l’evento della Pasqua alla luce della quale i discepoli dovranno rileggere ogni gesto di Gesù a cui hanno assistito e ogni parola che hanno ascoltato dalla sua bocca. Ciò che accade sul monte, che la tradizione ha identificato sul Tabor, un’alta collina della Galilea a poca distanza da Nazaret, non è un semplice prodigio che rivela la potenza e la sapienza straordinaria di Gesù, ma è un evento che lo fa intravedere come il Figlio di Dio. Si tratta di un racconto di teofania in cui, cioè, Dio stesso si rivela. L’evangelista Luca introduce la descrizione dell’evento annotando che Gesù è in preghiera mentre i tre apostoli che aveva portato con sé si erano assopiti per la stanchezza. Pregando, come l’incontro di Mosè con Dio sul monte Sinai, avviene una sorta di trasformazione per cui è tutta la persona a riflettere la bellezza della gloria di Dio. Gli evangelisti informano il lettore che Gesù parla con due uomini identificati nei profeti Mosè ed Elia. Nella figura di questi personaggi biblici e della storia d’Israele è compendiata tutta la Scrittura. Pregando Gesù entra in dialogo con Dio e con gli uomini; Egli è veramente il Profeta che parla in nome di Dio davanti al popolo e in nome del popolo davanti a Dio. Nella preghiera Gesù discerne la sua vocazione e la sua missione. È lui infatti il Cristo che, portando a compimento l’Esodo, introduce, attraverso il deserto, nel Regno di Dio. Il cammino che Gesù intraprenderà da quel momento in poi sarà chiaramente diretto a Gerusalemme dove si compiranno le Scritture che lo riguardano. Nella città santa egli soffrirà molto fino ad essere messo a morte sulla croce per poi risorgere il terzo giorno. L’Esodo di cui si parla è la pasqua di Gesù, il cammino della croce che approda al cielo con l’ascensione. Anche noi pregando saliamo sul monte con Gesù ed entriamo nel dialogo tra lui e il Padre il quale ci parla come figli e ci indica proprio suo Figlio come guida nel nostro cammino. Spesso i nostri passi sono incerti perché abbiamo paura dell’incognita della sofferenza; è proprio in quei momenti che maggiormente si necessita di metterci in ascolto di Gesù. La sua compagnia e la sua guida ci aiutano a fare della nostra umanità il riflesso della gloria di Dio che splende sul volto di chi fa della sua vita un dono d’amore.
Signore Gesù, Tu che, come ogni uomo, hai tremato di spavento davanti alla sofferenza e alla morte, aumenta la nostra fede per seguire il tuo esempio nella preghiera. Il nostro cuore, in costante ascolto della tua parola, possa cercare sempre il volto di Dio e in Lui trovare forza, consolazione e speranza. Il tuo Spirito alimenti in noi il desiderio d’incontrarti soprattutto quando la nostra fronte è corrucciata per le preoccupazioni che ci assillano, il nostro viso è solcato dalle lacrime di rabbia, i nostri piedi sono doloranti a causa dei sentieri impervi in cui ci troviamo per scelte sbagliate e il nostro cuore s’indurisce provato dalle umiliazioni e dalle mortificazioni che riceve. Gesù, che sull’altare diventi Eucaristia per noi e ci offri la mano per accompagnaci nella vita, illumina i suoi sentieri che spesso ci sembrano condurci in esilio e rivelaci che la via della croce, che Tu porti con noi ogni giorno, non termina con la morte ma approda alla Vita. L’Eucaristia che celebriamo faccia risplendere sul volto della Chiesa la bellezza del tuo amore: il nostro corpo divenga tempio nel quale doniamo la vita insieme a Te e la Comunità si mostri al mondo qual è, anticipazione della Famiglia divina che accoglie, ascolta, perdona, soffre con chi è nel dolore e fa festa per condividere la gioia.