Gesù, un’occasione da non perdere – Giovedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Giovedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Ger 2,1-3.7-8.12-13 Sal 35
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 13,10-17
A voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?».
Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».
Per alcuni Gesù è una persona da ascoltare e osservare mentre per altri è uno da tenere sotto controllo. I primi si aprono all’accoglienza e all’incontro con il Signore offrendo un credito di fiducia, invece, i secondi si chiudono alla relazione trincerandosi dietro le paure alimentate dal pregiudizio. C’è chi mette alla prova chiedendo di vedere un segno o chi, facendo leva sull’autorità familiare, cerca di tirare Gesù dalla propria parte e richiamarlo all’ordine. Essi sono quelli che pur guardando non vedono e pur avendo gli orecchi funzionanti non ascoltano. Il loro cuore è ingabbiato in schemi umani rigidi che lo schermano davanti alla grazia di Dio offerta come occasione di conversione e guarigione. Chi riconosce a Gesù l’autorità che viene da Dio, e ad essa subordina la propria, si lascia introdurre da Lui nell’esperienza dell’intimità filiale col Padre. La storia non è un enigma come fosse un tesoro nascosto in un labirinto, ma diventa lo spazio e il tempo nel quale gustare l’amore di Dio che si fa vicino ad ogni uomo per guarirlo dal peccato che rende estranei i fratelli, gli uni agli altri. Gesù è l’occasione da non perdere per non perdersi. Ascoltare la Parola con cuore libero da ragionamenti terra-terra è la condizione per cogliere l’occasione di poter realizzare la nostra vera vocazione, il desiderio di felicità che Dio ha messo nel cuore di ciascuno. La felicità con Gesù non è un sogno che si intravede a distanza, come se fosse in un lontano orizzonte. Con Gesù questo orizzonte si è avvicinato e grazie a Lui, esso ci abbraccia coinvolgendoci nel movimento del cuore di Dio. Ascoltare la Parola di Gesù vuol dire fare nostro i tempi di Dio nei quali semina e fa crescere il seme gettato perché porti frutti di giustizia e pace.
Signore Gesù, narratore del Padre, che lo rendi visibile e prossimo ad ogni uomo, spargi a piene mani il seme della Parola perché nessuno di quelli che incontri rimanga arido e sterile. Guariscici dall’orgoglio che indurisce il cuore facendolo diventare refrattario all’azione della grazia di Dio. Il tuo Spirito renda i nostri sensi aperti a cogliere la tua presenza nei fratelli la cui storia incrocia la nostra, affinché possiamo venirci incontro reciprocamente con sentimenti di fiducia e amorevole compassione. Schiodaci dalle nostre convinzioni che hanno la pretesa di essere la verità e metti nel nostro cuore una salutare e gioiosa inquietudine che impedisce di accomodarci sugli scranni dei giudici. Consolati dalla dolcezza del tuo amore fa di noi i tuoi servitori che prendono dalle tue mani la sacca del seme della Parola per spargerlo in qualsiasi campo, col bello o il cattivo tempo, desiderosi solamente di offrire a tutti l’occasione di conoscerti, certi della sua efficacia e fiduciosi nell’accoglienza dei fratelli.