La fedeltà e la gratuità, dono e virtù – San Barnaba
San Barnaba
At 11,21-26;13,1-3 Sal 97
+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,7-13)
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».
La fedeltà e la gratuità, dono e virtù
La Chiesa oggi ci fa celebrare la memoria liturgica di san Barnaba che, pur non essendo del gruppo dei Dodici, è considerato apostolo del vangelo alla stregua di Paolo con il quale inaugura i viaggi missionari. L’annuncio del Vangelo non si fa seduti in un’aula scolastica o concentrati su una scrivania piena di libri, ma stando su strada, cioè condividendo il percorso di vita con gli altri uomini. La strada non è tanto un luogo fisico quanto una diposizione della mente e del cuore favorevole all’apertura ad incontrare tutti quelli che Dio fa incrociare. Così anche l’immagine della casa in cui entrare, complementare alla strada sulla quale camminare, suggerisce l’idea di non rimanere nella superficie delle relazioni, ma di coinvolgersi sempre con rispetto e delicatezza, salutando e benedicendo. In ogni momento siamo chiamati a ricordare che tutto è Grazia! Tutto ci viene donato gratuitamente non per essere trattenuto egoisticamente, ma per essere trasmesso e condiviso nella gioia. Colui che tutto dona ha ben presente quali sono le necessità per vivere, ma anche le esigenze per mettere in pratica la missione affidataci. Fondamentale per un discepolo di Cristo è la fiducia in Dio soprattutto quando si può affacciare il dubbio che sia come il Faraone che imponeva agli israeliti di fare i mattoni ma non dava loro la paglia necessaria. Non si può incoraggiare chi è ai margini della società, non si possono guarire le ferite delle conflittualità tra fratelli, non si può infondere speranza ai tanti delusi della vita, non si può aiutare a liberarsi dalle dipendenze mortifere, senza fare l’esperienza propria del bambino che, soprattutto nei momenti bui, si affida sereno alle braccia della propria madre. La gratuità non è mai indolore perché suppone la lotta interiore se fidarsi di Dio, anche quando non si comprende il senso delle vicende che si vivono, o piuttosto lasciarsi sedurre dal progetto di autorealizzazione. La gratuità è sinonimo di fedeltà ed essa si mette in pratica proprio quando entrano in conflitto il bene individuale e quello che Dio mi chiede di compiere verso l’altro o la comunità in cui opero. Solo in apparenza Dio chiede qualcosa per avere, in realtà la gratuità di Dio è chiedere per dare qualcosa di più grande.
Signore Gesù, missionario della misericordia divina, ti ringraziamo perché ci fai partecipi e corresponsabili del tuo apostolato in mezzo agli uomini. I tuoi insegnamenti accendano nel cuore il desiderio che si compia la volontà del Padre. Fa che l’onore di servire Dio non sia offuscato dalle preoccupazioni e la gioia del ministero non sia spenta dalla paura. Donaci sempre l’entusiasmo dei principianti che iniziano un’avventura vincendo le resistenze della rassegnazione e motivati dalla speranza, convinti che il miracolo è possibile con le proprie forze unite alla grazia di Dio.