L’amicizia che dà gioia è quella in cui non c’è nulla da spartire e tutto da condividere – VI domenica di Pasqua

L’amicizia che dà gioia è quella in cui non c’è nulla da spartire e tutto da condividere – VI domenica di Pasqua

6 Maggio 2018 Off Di Pasquale Giordano

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (15, 9-17)

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

Parola del Signore

 

Come il Padre mi ama, così io amo voi. Il Padre ama il Figlio suo Gesù rivolgendogli parole che sgorgano dal cuore, gli comunica la sua stessa vita riempendogli il cuore di Spirito Santo. Nel battesimo al fiume Giordano la voce del Padre scende con la delicatezza della colomba e la dolcezza di un balsamo: tu sei per me figlio, l’amato. Gesù ascolta il Padre, accoglie e custodisce la sua parola, la condivide con gli uomini offrendo loro lo stesso Spirito Santo che Egli ha ricevuto in dono dal Padre. Gesù, passa ai discepoli ciò che il Padre gli ha donato proprio perché non lo usasse per sé, ma per essere condiviso, sparso, per innescare dinamismi di vita e di gioia.

Lo Spirito Santo è donato dal Padre perché Gesù scelga di amare i suoi fino alla fine. Come Gesù si sente chiamare Figlio dal Padre, così i discepoli si sentono chiamare amici da lui. Per Gesù non siamo esecutori di ordini, come se fossimo servi, ma siamo amici perché condividiamo con lui il dono dello Spirito Santo. L’amico è il destinatario della condivisione di ciò che abbiamo di più caro. Non c’è gioia più grande che ascoltare la parola, come una carezza, che mi dice: tu sei mio figlio, tu mi appartieni come la cosa più preziosa di cui prendermi cura. Gesù accarezza i discepoli come è accarezzato dal Padre, e dice loro: siete miei amici non perché abbiamo qualcosa in comune, qualcosa da spartire, ognuno prendendo il suo, ma perché scelgo di spezzare il mio pane con voi. Non è un interesse egoistico che spinge il Padre a donare la vita al Figlio e a generarlo continuamente col dono dello Spirito Santo, ma è l’amore che desidera per l’altro nient’altro che la vita; così l’amicizia che Gesù offre ai discepoli non è dettata da un utile personale, ma dalla volontà che la gioia data loro con l’amore possa essere condiviso tra loro.

Amatevi gli uni gli altri dello stesso amore con il quale vi ho amati. Il dono che Gesù fa di sé ai discepoli ha un unico fine: quello che diventi stile nelle relazioni fraterne. Come siamo scelti da Gesù come amici, non perché potessimo soddisfare un suo bisogno ma per essere fecondi nell’amore, così anche noi riceviamo da Lui lo Spirito Santo perché possiamo sceglierci come fratelli non perché ci assomigliamo o abbiamo qualcosa da spartirci, ma per promuoverci e accudirci vicendevolmente.

Il Padre celeste è la fonte dell’amore che genera vita, che diventa l’unico motivo per il quale Gesù ci chiama amici, anche quando siamo suoi nemici, e per il quale ci chiamiamo fratelli anche quando ci scopriamo essere profondamenti diversi.

 

Auguro a tutti una buona domenica nel Signore!