Il potere della preghiera fatta con fede – Lunedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Lunedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Giac 3,13-18 Sal 18
+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,14-29)
Credo, Signore; aiuta la mia incredulità.
In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro.
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
Il potere della preghiera fatta con fede
Al centro della scena c’è un ragazzo infermo, posseduto dallo spirito maligno muto e sordo. I discepoli e il papà del ragazzo avevano cercato di aiutarlo, ma con scarsi risultati. Le persone radunate attorno ai discepoli e agli scribi, che discutono animatamente, accolgono Gesù. La folla vedendolo, presa dalla meraviglia, si dirige verso di lui lasciandosi alle spalle il povero ragazzo. È solo la domanda di Gesù a riportarlo al centro dell’attenzione allorquando il suo papà racconta cosa è accaduto. Lo aveva cercato per presentargli il figlio e i discepoli, in sua assenza, avevano provato a liberarlo, ma senza riuscirci. Gesù, con un fare molto duro, sposta l’attenzione dal fallimento del tentativo di guarigione all’incredulità. Ma cosa è l’incredulità se non ciò che impedisce una relazione personale sana ed efficace. L’incredulità è l’incapacità di comunicare. A ben vedere lo spirito impuro è chiamato muto e sordo lasciando intendere che il demone da cui essere liberati è l’incredulità. Essa è capace di mimetizzarsi e nascondersi dietro forme esterne di fede, ma si rivela davanti a Gesù e soprattutto di fronte al mistero della sua morte. L’incredulità dei discepoli consiste nel non accettare la logica dell’amore e del sacrificio indicata da Gesù. L’incapacità di liberare dal demonio quel povero ragazzo rivela la loro pretesa di agire facendo leva solo su sé stessi seguendo la logica umana del potere. L’incredulità è agire formalmente in nome di Dio, ma senza Dio. Se in sua presenza i discepoli operano come se fossero soli e in maniera autonoma, quando non sarà più presente visibilmente cosa faranno? Forse i discepoli, che avevano assistito ad altri esorcismi operati da Gesù, avevano pensato che sarebbe bastato ripetere le sue parole. Invece le formule sono mute, come lo spirito impuro, perché prive della fede. L’incredulità, ovvero l’orgoglio, svilisce le pratiche religiose rendendole inefficaci. Al contrario, la fede rende tutto possibile. Gesù può liberare dal demonio perché ha fede e prega. Non si può sgiungere la fede dalla preghiera perché solo con essa diventa carità che libera e salva. La preghiera fatta con fede mette in comunicazione il cielo e la terra per cui Dio agisce nell’uomo e l’uomo fa agire Dio in lui.
Signore Gesù, io credo in Te ma ti chiedo di aiutarmi nella mia incredulità. Liberami dal demone dell’orgoglio che mi impedisce di amarti e di accettare la logica dell’amore che Tu mi proponi. Prendimi per mano e sollevami ogni volta che cado nel peccato e, preso dall’ira, dico parole offensive o assumo comportamenti aggressivi. Fa che nei fallimenti possa trovare la forza di venire da Te e lasciarmi aiutare vincendo la resistenza della frustrazione, della vergogna e degli inutili sensi di colpa. Insegnami a pregare perché lo Spirito Santo faccia crescere in me la fede e la capacità di tradurla in opere di carità.