La scommessa vincente – Venerdì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Venerdì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Giac 2,14-24.26 Sal 111
+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 8,34-9,1
Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
In quel tempo, convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro:
«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.
Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita?
Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
La scommessa vincente
La metafora del gioco può essere utile per comprendere l’insegnamento di Gesù. Lui è il primo a mettersi in gioco ma con la pretesa di condurlo, dettandone le regole. Non si tratta di tentare la fortuna ma di scommettere su Dio. Forse proprio oggi, in cui facilmente si può cadere nella ludopatìa, parlare di scommessa suonerebbe una stonatura, ma, al contrario, è una sana provocazione che ci aiuta a prendere coscienza che la vita si perde se non la si mette in gioco. Gesù lo ha fatto puntando tutto sull’amore. Nessun’altro guadagno ha desiderato se non quello della fraternità. Non ha scommesso per sé stesso e per guadagnare, ricchezza, potere e fama, ma ha giocato tutta la sua esistenza per costruire qualcosa di eterno, un regno di amore, pace e giustizia. Chi, come Gesù, è mosso da questa speranza è un sognatore che è tacciato di essere utopista. La storia c’insegna che è meglio essere utopisti che freddi calcolatori dei propri interessi perché non c’è nulla di più reale che l’amore di Dio incarnato, morto e risorto e nulla di più certo della vita eterna che Egli vuole condividere con i suoi figli. Se il seminatore non rinunciasse a vendere tutto il grano a sua disposizione per perderne una parte e seminarlo nel terreno il suo guadagno sarebbe limitato. Così, direbbe Gesù, è chi si lascia prendere dall’avidità e dalla brama di possesso, ciò che accumula si disperde. Ciò che si trattiene per sé si disperde, al contrario, chi scommette per amore accetta di perdere qualcosa ma il guadagno è centuplicato perché in realtà non ha abbandonato i suoi sogni ma ha fatto fruttificare i suoi carismi.
Signore Gesù, Tu che non ti vergogni di chiamarci fratelli perché scommetti su di noi, con la tua vita spesa per amore fino alla fine ci insegni che amare è l’unico motivo per cui vale la pena vivere e che la vita è un bellissimo gioco in cui non si sfida la fortuna ma si semina la gioia. Perdonaci quando sfruttiamo la vita per noi stessi senza farla fruttificare in carità fraterna, quando abusiamo dei doni senza utilizzarli per generare rapporti di amicizia solidale. Tu che sei l’amore infinito aiutaci a comprendere che, per quanto ci affanniamo, da soli non riusciremo mai a crescere veramente e a realizzarci come persone. Infondi in noi il coraggio di sfidare la paura di perdere ciò che ci è dato non per essere trattenuto ma per essere offerto. Aumenta e rafforza la nostra fiducia in Te perché l’azzardo di amarti con tutto il cuore ci riserverà una sorpresa più bella di ogni guadagno freddamente calcolato con la mente.