La «cordata» del perdono – Lunedì della XXXII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Lunedì della XXXII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Tt 1,1-9 Sal 23
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 17,1-6
Se sette volte ritornerà a te dicendo: Sono pentito, tu gli perdonerai.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».
La «cordata» del perdono
Gesù ricorda ai suoi discepoli che non sono vagabondi solitari ma appartengono alla comunità di pellegrini che puntano alla comunione di vita fraterna. Potremmo immaginare una cordata nella quale ognuno è legato all’altro da una fune per scalare la montagna. I peccati dei membri della comunità sono all’ordine del giorno, ma senza la giusta attenzione si possono causare gravi scandali che coinvolgono soprattutto i più fragili. Gesù è molto severo verso coloro che sono superficiali e indulgenti con sé stessi non rendendosi conto del grave danno arrecato con il loro modo di fare. Bisogna essere sempre vigili su sé stessi, innanzitutto. Uno degli scandali più drammatici è la rigidità nel giudizio. Ho ascoltato un intervento di una signora ad una radio sedicente cattolica che disprezzava il Concilio Vaticano II e demonizzava i Pontefici che, a suo dire, avevano tradito la purezza della fede cristiana per entrare in dialogo col mondo. Quanto scandalo ha arrecato questa donna a coloro che l’hanno ascoltata. Lei, che parlava della necessità di essere in Grazia di Dio per accostarsi alla comunione, si è posta fuori della Chiesa inducendo all’errore altre persone (speriamo nessuna). Per lei valgono le dure parola di Gesù il cui insegnamento sul perdono è invece mirabilmente tradotto nel magistero della Chiesa e nella sua opera di accoglienza di tutti i suoi figli che chiedono misericordia. Chi chiede perdono, anche se ripetutamente, lo fa perché è consapevole della sua fragilità ma crede nella misericordia di Dio e confida nella benevolenza dei fratelli. Se lui non si stanca di chiedere perdono, perché dovrei stancarmi di dare a lui ciò che Dio non mi rifiuta mai? Perdonare vuol dire rimanere sempre sulla strada che porta alla comunione. Essa è l’unica sicura perché su di essa troviamo il Signore. Altre strade ci porteranno lontano dalla vita vera. Hanno ragione gli apostoli a domandare una fede più grande perché solo con il dono di Dio possiamo riconoscerci bisognosi della sua misericordia e possiamo rinsaldare i nostri legami fraterni offrendo la riconciliazione.
Signore Gesù, capofila della «cordata» fraterna del perdono, fa crescere la nostra fede affinché possiamo sempre confidare nella tua misericordia e radicare la nostra amicizia nell’esperienza quotidiana del tuo amore che riconcilia. Aumenta la consapevolezza della gravità del nostro peccato che induce un altro fratello ad errare lontano da Te, che invece rimani saldamente al timone della barca della Chiesa, anche se scossa dalle onde degli scandali e degli abusi dei suoi figli. Sciogli le nostre meschine rigidità, cada la maschera dell’ipocrisia, fa che ci convertiamo al vangelo della misericordia rinnegando ogni forma di iniquo legalismo che non genera nulla e che, al contrario, impedisce alla Grazia di Dio di seminare la pace. Il seme della fede fruttifichi in gesti di accoglienza, di ascolto e di perdono.