Puro amore – Martedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Martedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Gal 5,1-6 Sal 118
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,37-41
Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro.
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Puro amore
Anche un invito a pranzo diventa per Gesù un’occasione per insegnare. La sua reticenza nel fare le abluzioni prima del pranzo suscita la meraviglia del fariseo che lo aveva invitato a casa e forse anche il suo imbarazzo difronte agli altri commensali. Gesù, interpretando i sentimenti e i pensieri del fariseo, stigmatizza il formalismo che caratterizza il modo di vivere la fede e, di riflesso, le relazioni all’interno della comunità. Il pasto richiama il banchetto eucaristico e il rimprovero fatto da Gesù può benissimo applicarsi al modo con il quale lo viviamo. Come le abluzioni prima del pranzo così anche i nostri gesti liturgici possono essere meccanici anche se formalmente esatti. Mutuando il discorso, le parole di Gesù ci invitano anche a verificare le nostre relazioni fraterne che spesso si ispirano alle regole commerciali e che assumono lo stile clientelare. Tutto questo confligge con la logica della gratuità che invece caratterizza l’agire di Dio. La purezza non ha nulla a che fare con la correttezza formale dei gesti rituali, ma con le intenzioni con le quali si opera e se esse sono ispirate all’amore gratuito di Dio. La misericordia fa sì che Dio esca dalla sua dimora celeste e scenda dal suo trono per piegarsi verso gli uomini. Il suo amore è puro perché è gratuito e, in quanto tale, anche fedele. I riti hanno il compito di farci incontrare quel Dio che si è spogliato della sua gloria e ha dato in elemosina tutto sé stesso. Da qui l’invito a imitarlo perché il nostro cuore sia purificato dal peccato e trasformato in modo tale da essere capace di un amore puro perché disinteressato e gratuito.
Signore Gesù, che conosci il cuore dell’uomo e i suoi giudizi, aiutami a verificare i miei pensieri e la conformità allo stile del tuo amore misericordioso e generoso. Non mi tratti secondo i miei meriti o le mie colpe, ma, conoscendo i ragionamenti nascosti nel cuore, mi esorti a mettermi a nudo davanti a Dio per lasciarmi purificare con il dono della sua Parola. Essa, come una spada che penetra in profondità, mi guidi nel discernimento, illumini la mente e diriga la volontà nel cammino di conversione nel quale imparare a puntare all’essenziale e a non accontentarmi dell’apparenza. Aiutami a far cadere la maschera del formalismo che nasconde la durezza d’animo e rendimi trasparenza del tuo luminoso volto di tenerezza.