La speranza dell’uomo è Gesù Cristo – Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Qo 1,2-11 Sal 89
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,7-9
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
La speranza dell’uomo è Gesù Cristo
Gesù, dopo aver costituito la comunità dei Dodici, consegnando loro il dono dello Spirito, li invia in missione per evangelizzare, cacciare i demoni e guarire gli infermi. La Chiesa, sul modello degli apostoli, ancora oggi viaggia per le strade del mondo per compiere, accompagnata dal Cristo, la parola profetica che Gesù il Nazareno aveva proclamato nella sinagoga di Nazareth: «Lo Spirito del Signore è su di me. Per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha inviato a portare il lieto annunzio ai poveri». In quella circostanza, come avviene ancora oggi, Gesù si è scontrato con i suoi paesani che, sentendo parlare dei miracoli compiuti nella vicina Cafarnao, avevano coltivato la speranza di vedere operati anche nella sua patria qualcuno dei suoi prodigi. Il sentir parlare di Gesù ha come effetto quello di attivare o risvegliare le attese della gente che però hanno il limite di essere chiuse nel piccolo orizzonte umano. Infatti, è facile confondere il bisogno o il desiderio con la speranza. Se si pretende che l’altro soddisfi i propri bisogni o realizzi i propri desideri operiamo ciò che ha fatto Erode in maniera più drammatica e cruenta con Giovanni Battista, cioè ingabbiamo gli altri nei nostri schemi fino al punto di uccidere la relazione con loro. Le opinioni su Gesù sono la proiezione delle proprie speranze mondane legate alla nostalgia di un passato, considerato illusoriamente migliore del presente. Se è vero che la fede è ricerca è pur vero che essa non significa voler trovare ciò che corrisponde alle proprie attese, ma vuol dire camminare incontro a Colui che viene a guarire il cuore dell’uomo e, facendolo crescere nell’amore, a realizzare la vocazione personale, ossia, l’opera che Dio sta compiendo in ciascuno dei suoi figli. Lo spirito mondano acceca e confonde mentre lo Spirito di Dio, che guarisce, illumina la mente perché possiamo riconoscere l’avvento del Regno di Dio e aderirvi con fede consapevole e gioiosa.
Signore Gesù, Vangelo di Dio, illumina con il tuo Spirito gli occhi del cuore perché, riconoscendoti nei poveri e nei sofferenti e mosso dalla compassione, possa adorarti piegando le ginocchia davanti ai fratelli bisognosi di cura da servire con amore. Guidato da Te, imparerò a discernere tra i miei bisogni e i tuoi comandamenti, tra i miei desideri e la speranza di cui sei portatore, tra la mia opinione e la verità. La tua Parola, accolta e meditata nel cuore, mi sproni ad un cammino di fede graduale e perseverante animato dal desiderio di conoscerti sempre di più e di conformarmi a Te. Allontana da me la tentazione di controllare gli altri ed elimina il tarlo della diffidenza; metti nel mio cuore lo zelo nel cercare la volontà di Dio, la fiducia di poterla realizzare e il coraggio di convertirmi.