Il ministero dell’accoglienza -Sabato della XIX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Sabato della XIX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Ez 18,1-10.13.30-32 Sal 50
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 19,13-15
Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli.
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Il ministero dell’accoglienza
Nella società contemporanea a Gesù quella dei bambini era una categoria di persone poco considerata perché poco produttiva. Potremmo pensare che anche gli anziani lo siano ma erano rispettati perché depositari della saggezza. Solo un genitore ha attenzione per i propri figli perché l’amore suggerisce sentimenti di tenerezza. Ecco perché alcuni genitori portavano i loro figli da Gesù perché li benedicesse imponendo loro le mani. Questo suscita lo sdegno dei discepoli che, dimenticando la premura che essi hanno avuto per i loro bambini, assumono un atteggiamento respingente, guadagnandosi così un solenne rimprovero.
Con quanta facilità distinguiamo le persone e respingiamo quelle che ci risultano moleste. A volte il nostro comportamento selettivo allontana la gente da Gesù e dalla Chiesa. La comunità dei credenti non cresce se ci sono tante proposte e iniziative, ma se ci si accoglie reciprocamente con gentilezza.
Quello che dovrebbe contrassegnare i cristiani è il tatto e la delicatezza con cui si approcciano le persone. Fa molto di più un sorriso accogliente, una disponibilità familiare che tante liturgie ben preparate o catechesi organizzate nei particolari.
Non basta possedere conoscenze teologiche ed essere preparati dal punto di vista dei contenuti, ma bisogna sviluppare sempre di più la capacità ad entrare in empatia con le persone per comunicare loro l’amore fraterno con gesti di accoglienza fraterna prima ancora che con discorsi e lezioni.
Quando presumiamo d’insegnare agli altri il modo con il quale stare al mondo dimentichiamo che noi stessi l’abbiamo imparato perché qualcuno si è preso cura di noi e ci ha accolti. I bambini c’insegnano lo stile dello stare alla presenza di Dio, con fiducia e aperti allo stupore desiderosi di ricevere qualcosa in dono.
Signore Gesù, abbracciami e benedicimi quando con spontanea confidenza mi abbandono a Te e cerco il calore del conforto. Aiutami a non ragionare secondo meschini calcoli utilitaristici che mi inducono a indebite selezioni e ad ingiuste distinzioni. Donami un cuore aperto, libero e genuino come quello di un bambino desideroso di scoprire nuove cose ed essere amico di tutti. Liberami dall’avidità che confonde le persone con oggetti di cui servirsene, fammi mediatore della tua tenerezza e rendimi dispensatore della tua benedizione.