Il bene che cresce è più forte del male che insidia – Sabato della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Sabato della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Es 24,3-8 Sal 49
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 13,24-30
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura.
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo:
«Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”.
E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”».
Il bene che cresce è più forte del male che insidia
La parabola ci insegna a considerare il male come un’esperienza che accompagna il cammino di crescita di ciascuno. Non dobbiamo avere la presunzione di sradicare il male credendo di risolvere da soli i problemi perché il risultato sarebbe far fallire anche il bene. È necessario saper aspettare, non in maniera indifferente, ma vivendo l’attesa come tempo del discernimento che ci educa a saper distinguere il bene dal male. L’attesa ci fa crescere nella virtù della pazienza grazie alla quale la giustizia non si attua secondo i nostri tempi, le nostre attese o i nostri criteri, ma secondo il disegno di Dio che nella sua misericordia dona a tutti il tempo di convertirsi e lasciarsi trasformare da zizzania in buon grano. Il Signore ci ha già indicato il metodo del giudizio: la croce. Il male non si combatte con la violenza ma con la misericordia che ha bisogno di tempo per crescere. Senza la pazienza non matura la giustizia ma il giustizialismo, che è una forma d’ingiustizia, inganna coloro che guardano la realtà dal punto di vista umano e disprezzano nei fatti quello di Dio.
Signore Gesù, sapiente e generoso seminatore della Parola, aiutami a non scandalizzarmi del male e a non cedere alla tentazione del giustizialismo e della vendetta. La tracotanza dell’orgoglio non faccia degenerare la passione per il Vangelo in patologia dello spirito fino al punto di confondere il servizio con il potere del controllo. Domani la pazienza di attendere, la mitezza di non cedere alla logica della ritorsione, la fiducia nella tua giustizia e la speranza nella tua salvezza. Illumina il cuore perché possa discernere tra il bene che viene da Te e il male sparso dalla lingua del calunniatore. La tua benevolenza ispiri la scelta del silenzio, l’astinenza dalle offese, la rinuncia al giudizio che condanna.