Chi più pretende meno comprende – Lunedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Lunedì della XVI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Mi 6,1-4.6-8 Sal 49
+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 12,38-42
La regina del Sud si alzerà contro questa generazione.
In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Chi più pretende meno comprende
Il male, nascondendosi nelle intenzioni, orienta il desiderio e la ricerca. La gente che pretende di vedere un segno non è mossa da una retta intenzione o dalla consapevolezza della propria poca fede e della sua miseria, ma dal malsano bisogno di emergere sommergendo gli altri. Chi è accecato dal pregiudizio e ha la mente ottenebrata dalla diffidenza chiede dimostrazioni già convinto del fatto che, qualunque cosa l’altro faccia o dica, non cambierà idea. Colui che è rigidamente fermo sulle sue posizioni tendenzialmente è portato ad accusare gli altri riflettendo in loro la propria colpa. È paradossale chiedere un segno senza l’umiltà di lasciarsi «segnare» dall’altro.
Il giudizio è sintomo di rigidità propria di chi è refrattario allo stupore perché chiuso ermeticamente nelle sue convinzioni e non è aperto a cogliere la novità che può arricchire la sua vita e cambiarla in meglio. Eppure, i segni dell’amore di Dio sono talmente evidenti da risultare invisibili a chi ha occhi solo per sé. I segni vengono offerti non nella straordinarietà ed episodicità degli eventi ma nella ordinarietà della vita soprattutto in quella la cui forma è data dalla croce di Cristo. Le testimonianze delle conversioni sono credibili e autentiche quando non sono il racconto di eventi stupefacenti che hanno provocato cambiamenti repentini, ma sono la narrazione di un percorso lungo e faticoso di purificazione del cuore e di conformazione a Cristo. Il segno della croce prima che essere un gesto identificativo del cristiano è l’impronta che lascia Dio nella vita del discepolo di Cristo che lo segue fino alla fine e diventa nel mondo e nel suo tempo icona della sua misericordia che orienta verso il bene anche le esperienze più dolorose.
Signore Gesù, segno credibile sulla terra dell’amore di Dio, purifica il mio cuore da ogni traccia di arrogante presunzione che lo rende refrattario al cambiamento. La grazia del tuo Spirito faccia di me un tuo discepolo consapevole della propria insufficienza e fiducioso nell’azione educativa di Dio anche attraverso la sofferenza. Seguendoti sulla via della croce insegnami a pregare il Padre perché nell’ora della tribolazione non chieda una prova della sua fedeltà ma il dono dello Spirito mediante il quale fare della mia vita un sacrificio per il bene di tutti, segno efficace della tua pace.