Mostrami come ami e mi dirai in quale Dio credi – Giovedì IX settimana del T. O. – San Carlo Lwanga e compagni
Giovedì IX settimana del T. O. – San Carlo Lwanga e compagni
Tb 6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9 Sal 127
+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 12,28-34
Non c’è altro comandamento più grande di questi.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Mostrami come ami e mi dirai in quale Dio credi
La domanda che lo scriba rivolge a Gesù non mira tanto a saggiare la sua preparazione dottrinale quanto a verificarne l’autorità profetica. Al contrario delle altre due questioni, che erano solo un pretesto per metterlo in difficoltà, all’interrogativo circa il comandamento dal quale dipendono tutti gli altri Gesù risponde prontamente citando la Scrittura. In tal modo egli dimostra di non opporsi alla Legge ma, al contrario, di esserle sottomesso e di interpretarla fedelmente con la sua vita. Gesù si unisce al coro delle donne e degli uomini d’Israele che nella storia hanno sperimentato che Dio è uno solo e gli altri dei non esistono. Non si tratta solo di una formula per esprimere la propria fede monoteista ma del cuore del credo d’Israele che riconosce in Dio l’unico Signore che lo salva e lo governa perché lo ama. Dio si è rivelato ad Israele come Padre per sempre, unica origine della sua vita, e come Sposo fedele che ama in maniera unica e totalizzante. L’amore vero, che ha la sua scaturigine nel Signore, ha queste caratteristiche. La verità è che in Dio vita e amore sono indissolubilmente uniti, sicché colui che da lui è generato per vivere deve amare. La vita è un dono fatto all’uomo che riceve da Dio anche i comandamenti, ovvero l’insegnamento sul come amare e custodire la vita che ci è stata regalata. I comandamenti sono l’esercizio dell’amore che tonifica la vita. L’amore autentico è unidirezionale e convoglia tutte le facoltà verso la realizzazione del bene della persona amata. L’amore falso è quello frammentario e un po’ schizofrenico. Di questo Gesù ne parla quando dice che «nessuno può servire due padroni perché o amerà uno e odierà l’altro o si affezionerà a uno e disprezzerà l’altro». Come il Signore ci ha amato totalmente fino a dare tutto sé stesso facendosi nostro servitore, così l’amato crede nell’Amore amando nello stesso modo, o meglio, desiderando ed esercitandosi ad amare alla stessa maniera. La fede, come l’amore, non si riduce a dichiarazioni d’intenti, ma si professa attraverso gesti concreti di carità fraterna.
Signore Gesù, Figlio unigenito del Padre celeste, tu ci hai fatto conoscere che il nome di Dio è Amore misericordioso e fedele. Insegnami a rispondere all’amore di Dio con il servizio umile e generoso ai miei fratelli. Donami lo Spirito della Carità perché la mia fede, professata con le parole, sia anche narrata proclamando con la vita il vangelo della misericordia. Rendimi ministro della tua Parola con la quale Tu apri il cuore di ciascuno alla speranza della vita eterna.