Croce-via … d’uscita – Martedì della V settimana di Quaresima
Martedì della V settimana di Quaresima
Nm 21,4-9 Sal 101
+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 8,21-30
Avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Croce-via … d’uscita
Gesù parla di un viaggio la cui destinazione rimane sconosciuta e preclusa a chi si ostina a rimanere nel peccato. Solo più oltre nel racconto evangelico è chiarito che il viaggio di cui si accenna qui è la Pasqua, il passaggio da questo mondo al Padre. Tale passaggio Gesù lo effettuerà da solo, primo degli uomini ad attraversare la morte e risorgere. Egli, che viene dal Padre e a Lui ritorna, apre la strada verso il cielo dove va a preparare un posto per coloro che credono.
Il peccato è lo sguardo introverso incapace di vedere oltre se stessi. L’autoreferenzialità blinda la mente e il cuore che arrivano ad indurirsi a tal punto da perdere il senso della speranza, la prospettiva della vita oltre questa vita.
La croce, ovvero l’innalzamento di Gesù, è la prospettiva altra e alta rispetto a quella di chi ragiona con la logica del mondo. Solo se abbiamo il coraggio di alzare lo sguardo dai nostri affari e rivolgerli verso l’Uomo della croce potremo comprendere che anche la nostra vita è un continuo passaggio da questo mondo al Padre.
Credere in Gesù significa riconoscere nella sua morte in croce l’atto d’amore più straordinario che il mondo abbia mai visto. La croce di Cristo è la porta spalancata verso il Cielo. Il peccato, attirandoci verso le cose del mondo e impedendoci di seguire Gesù, ci condanna ad una vita che assomiglia ad un labirinto senza via d’uscita.
Dalla croce Dio tende la mano per tirarci fuori dalla spirale del male nel quale c’ impantaniamo quando usiamo la parola per ferirci gli uni gli altri. Come dalla bocca del serpente viene il veleno che uccide così la parola del Maligno è menzognera e trae in inganno chi gli obbedisce; dall’altra parte la Parola di Dio è vita e dalla bocca del Crocifisso fluisce lo Spirito Santo come acqua viva che risana ogni cosa che raggiunge.
Signore Gesù, tu sei Dio della storia. Senza di te la vita in questo mondo diventa un labirinto nel quale si ritorna sempre allo stesso punto senza possibilità di uscita. Salvami dalla presunzione dell’autoreferenzialità e donami l’intelligenza di leggere e riconoscere la «segnaletica alta» che indica la strada verso il Cielo. Tu, l’Emmanuele il Dio-con-noi, sii sempre il mio compagno di cammino soprattutto quando il peccato mi fa deviare dal sentiero della vita e riconducimi sulla via della pace.