Basta una briciola di fede – Giovedì della V settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari
Giovedì della V settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Gen 2,18-25 Sal 127
+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 7,24-30
I cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli.
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Basta una briciola di fede
La discussione con le autorità giudaiche aveva permesso di offrire un insegnamento che aiutasse ad andare oltre la cortina delle tradizioni degli uomini per compiere e mettere in pratica la parola di Dio. La spiegazione della parabola richiesta dai discepoli dà l’occasione a Gesù di indicare la necessità di andare oltre una religiosità superficiale che punta sull’apparenza per prendersi cura del proprio cuore e coltivare una spiritualità che lo guarisca dal male che lo abita.
Gesù, andando nella regione di Tiro va oltre i confini geografici d’Israele. Benché non voglia, la notizia della sua presenza varca la porta della casa in cui abita e raggiunge una donna disperata per il fatto che sua figlia è posseduta di uno spirito impuro. Ella si presenta da lui anche se non è cercata né chiamata. Lo stesso Gesù sembra sorpreso dalla donna che insistentemente lo supplicava perché scacciasse il demonio da sua figlia.
«Lascia prima che si sazino i figli, non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» le parole di Gesù potrebbero suonare come un rifiuto giustificato dal fatto che i figli, cioè gli Israeliti, hanno la precedenza; Dio ha scelto il popolo d’Israele per dare loro il pane della Parola che dà vita. Gesù è un Israelita che non rinnega la storia del suo popolo né vuole tradire i valori su cui è fondata la religione ebraica. Gesù non vorrebbe passare per un profeta di mestiere ma è il Maestro che spezza il pane della Parola in casa con i propri figli.
C’è chi «getta il pane dei figli ai cagnolini» sottraendolo ai «figli». Sono i falsi profeti che cercano di compiacere gli altri per accrescere il proprio consenso. Quando la religiosità, soprattutto quella popolare, si riduce a pratiche devozionali si alimenta una fede pseudo consolatoria che invece di educare i figli ad essere adulti li si condanna ad un permanente stato di immaturità infantile. Le parole di Gesù sono un insegnamento e un’ammonizione ai suoi discepoli che sono in casa con lui. Stare con Gesù significa condividere con lui il pane dei figli. È necessario nutrirsi di questo pane, altrimenti la propria missione diventa uno spreco di tempo e di energie. Il pane della Parola deve essere nutrimento per i discepoli che diventano figli e non gettato ai cagnolini.
La donna pagana coglie il messaggio di Gesù che non ha alcun intento di esclusione e offre la sua testimonianza di fede che si fa preghiera: mangiare le briciole anche se non si fa un cammino di fede come quello dei discepoli e si rimane sempre un po’ ai margini. Quando il pane viene spezzato per essere mangiato le briciole cadono sfamando anche i cagnolini che così, a loro modo, partecipano alla mensa dei bambini.
La donna siro fenicia è il simbolo di chiunque vive una condizione di marginalità e sofferenza, o che non rientra perfettamente nei canoni della legge. Per tutti il pane della parola viene spezzato e ognuno ha la possibilità di nutrirsi. Non c’è casa, non c’è famiglia, anche quella non benedetta con il sacramento del matrimonio in cui non possa giungere la grazia della fede. Anche un briciolo di fede fa miracoli.
Signore Gesù, ti ringrazio perché ti fai compagno del pellegrinaggio terreno ascoltando la mia supplica soprattutto quando, confuso e disorientato, dimentico quale sia la meta del mio cammino di fede. Tu che ti sei fatto mio fratello maggiore ricordami sempre che insieme siamo figli dell’unico Padre invitati alla stessa mensa domestica. Continua a imbandire il banchetto dell’amicizia e ad invitarmi a nutrirmi del Pane della Parola, affinché nessuno a causa mia si senta escluso dall’amore di Dio, ma, al contrario, possa beneficiare della mia fede anche se piccola come una briciola.