Gesù educa alla legalità attraverso la carità e la lealtà all’uomo – Martedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Martedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Eb 6,10-20 Sal 110
+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 2,23-28)
Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!
In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.
I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Gesù educa alla legalità attraverso la carità e la lealtà all’uomo
Tra le dieci parole o comandamenti quello del sabato rappresenta il culmine del decalogo perché riassume in sé il cuore della Legge di Dio: la relazione con Dio e con i fratelli. Osservare il sabato – come prescrive Es 20 e Dt 5 – significa fermarsi da ogni lavoro per vivere l’esperienza della libertà intesa come affrancamento dalla logica servile dell’utile individuale per mettersi al servizio del bene comune, cioè la comunione fraterna. Nel racconto della creazione il sabato è istituito da Dio nel momento in cui si ferma, si dà un limite per creare le condizioni per le quali l’uomo stesso possa esercitare la sua responsabilità sul creato. Il sabato è il tempo del prendersi cura di sé e degli altri come persona. L’uomo diventa Signore non quando domina sugli altri ma ogni volta che esercita il potere d’amore nel curare la relazione con sé, con Dio e con i fratelli. Il comando del sabato e quello riguardante il padre e la madre sono gli unici due comandamenti che non contengono una negazione, ma sono positivi e propositivi. L’israelita in giorno di sabato ricorda che lui è immagine e somiglianza di Dio e che è libero perché è stato liberato dalla schiavitù. Il cessare dal lavorare è il modo per vivere il dono della somiglianza a Dio e quello della libertà.
Gesù educa alla legalità e combatte il legalismo che è il peggior ostacolo alla libertà. Tra le pieghe del legalismo si nascondono i crimini contro l’uomo. Educare alla legalità significa formare le coscienze alla fraternità. Questo vuol dire che nel comandamento dell’amore si trova la chiave di lettura e il criterio di interpretazione autentica della legge di Dio. Il legislatore del mondo ha scritto nella creazione che è l’uomo il fine di ogni cosa e mai uno strumento.
Il Sabato è giorno di festa nel quale la rinuncia a qualcosa per sé è finalizzata alla condivisione nella fraternità. Nel giorno della festa si gustano i frutti del digiuno.
Signore Gesù, tu non sei venuto ad abolire la legge ma a dare ad essa pieno compimento; disarma la mia mano quando impugna la legge come una pietra da scagliare per giudicare, condannare, eliminare l’avversario. Il tuo Spirito ispiri al mio cuore desideri di vera fraternità che motivino la rinuncia all’invidia, all’arroganza, all’impazienza, all’autoreferenzialità. Liberami dalla tentazione del legalismo e fa di me un uomo leale, che nella ricerca della giustizia, non perda di vista il bene inestimabile della vita e persegua i nobili ideali della promozione della dignità di ogni persona.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!