Look down! Guarda il mondo dal basso – Santa Elisabetta d’Ungheria
Santa Elisabetta d’Ungheria
Ap 3,1-6.14-22 Sal 14
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 19,1-10
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Look down! Guarda il mondo dal basso
Zaccheo, al contrario del povero cieco che mendicava lungo la strada, era ricco; non chiedeva l’elemosina come il suo concittadino più sfortunato ma esigeva le tasse sulle quali lucrava. Anche lui sa che Gesù era a Gerico e la stava attraversando. Coglie l’occasione per soddisfare la curiosità di vederlo, ma la folla gli fa da muro, come precedentemente la gente aveva cercato di zittire il cieco che gridava verso Gesù per attirare la sua attenzione. Come quest’ultimo non si era lasciato intimorire dalla folla ma aveva gridato ancora più forte, così Zaccheo non si dà per vinto e per superare l’handicap della sua bassa statura sale su un albero. Il cieco in cuor suo sa che il Figlio di Davide è lì per guarirlo Zaccheo sa solamente che Gesù deve fare quella strada.
Zaccheo è uno di pubblicani e peccatori che erano attirati da lui, non già per un bisogno particolare, come poteva essere quello del cieco, ma dalla curiosità. A ben vedere anche questa è una forma di “ispirazione” dello Spirito Santo. Pure Zaccheo, benché sia considerato l’emblema del peccatore, dirà Gesù, è figlio di Abramo e come tale ha ricevuto per grazia la promessa, cioè il dono della speranza. Anche se non ne è consapevole, anche il capo dei pubblicani di Gerico, come tutti coloro desiderano incontrare Gesù, è mosso dallo Spirito. Alla luce di questa verità, celata tra le righe del racconto e che poi viene portata alla luce dalle parole di Gesù, anche noi siamo chiamati a discernere i nostri desideri e a distinguere le nostre speranze per riconoscere quelle che sono ispirate dallo Spirito e quelle che appartengono alla carne. Zaccheo è un peccatore come tutti perché ha in sé stesso la tendenza all’avidità, a porre le sue certezze nei beni terreni. Tuttavia, è anche figlio di Dio nel quale abita lo Spirito.
Gesù si ferma sotto Zaccheo e alza lo sguardo come quello del servo sottoposto al suo padrone. Zaccheo incontra lo sguardo di Gesù che, pur essendo ricco si è fatto povero e pur essendo Signore del mondo si è abbassato alla condizione di servo dell’uomo. In quello sguardo e nelle parole che Gesù gli rivolge, Zaccheo scopre un mondo totalmente nuovo in cui è rovesciato l’ordine dei valori. Gesù lo invita ad entrare nel suo Regno in cui il più potente non è chi comanda ma chi serve e grande non è colui che più possiede, ma quello che più ama. Infatti, Egli viene non per esigere ma per servire, per-donare, per dare la sua vita. Gesù è quel pastore che va in cerca della pecora sperduta per recuperarla e riportarla a casa e che poi fa festa insieme con gli amici. Zaccheo incontrando Gesù, comprende che arrampicarsi sugli altri per salire i gradini della scala economica e sociale non gli procura la stessa gioia dello scendere per fermarsi insieme con i fratelli, aprire la sua casa ai più bisognosi e condividere i suoi beni con i poveri.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!