In ogni scelta di amore c’è il coraggio di diventare adulti – Lunedì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Lunedì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
1Sam 1,1-8 Salmo 116
+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,14-20)
Convertitevi e credete nel Vangelo.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
In ogni scelta di amore c’è il coraggio di diventare adulti
Simone e Andrea e i figli di Zebedeo sono impegnati nel loro lavoro di pescatori. Stanno vivendo il tempo della pesca, i primi, e della riparazione delle reti, i secondi. Nel loro tempo, cioè nella loro vita, entra Gesù che li chiama a seguirlo. L’invito cambia la direzione della loro ricerca. Essi non intercetteranno più un branco di pesci per catturali, ma dietro Gesù incontreranno il Padre e diventeranno costruttori di comunità fraterne.
Dio si accosta alla vita di ciascuno offrendogli la proposta di cambiare vita. La conversione è sostanzialmente un modo diverso d’intendere la vita. Non si vive per prendere, accumulare, aggiungere, riempire, ma per andare dietro Gesù, insieme con i fratelli, nel mondo incontro al Padre.
I discepoli hanno accolto la sfida con coraggio che è il primo passo della fede. Essi hanno lasciato le reti e il loro padre e hanno scelto di diventare discepoli di Gesù. A cosa hanno rinunciato? All’autonomia autoreferenziale e alla dipendenza infantile. Seguendo Gesù si sceglie di diventare adulti. L’adulto è responsabile, cioè colui che risponde ad un interlocutore che riconosce essere degno del proprio amore. Il contrario dell’adulto è il bambino che vive un attaccamento dipendente con i genitori e dai quali non sa vivere ancora in sana autonomia.
Lasciare non significa disprezzare ma valutare le cose per quello che sono imparando a distinguere tra amore alla persona e utilizzo delle cose. Un non adulto confonde e arriva ad amare le cose e a utilizzare le persone.
Con Gesù non si diventa super uomini e neanche uomini perfetti, ma semplicemente persone che fissano la loro ragione di vita non in sé stessi ma nell’altro da sé e la progettano come un dono d’amore.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!