Tempo dell’amore reciproco che rende possibile l’impossibile – feria propria del 20 Dicembre
feria propria del 20 Dicembre
Is 7,10-14 Sal 23
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Tempo dell’amore reciproco che rende possibile l’impossibile
Dopo quella a Zaccaria, l’angelo Gabriele compie l’altra missione in un piccolo villaggio della Galilea chiamata Nazaret. “Entrando da lei, disse… ” La Parola di Dio non cala dall’alto ma entra nell’intimo della persona. Maria viene toccata nel cuore dalla parola che il messaggero di Dio le porge. È un messaggio di gioia perché è una parola che vuole comunicare da cuore a cuore la forza dell’amore di Dio all’uomo. L’angelo invita a gioire, ma Maria rimane turbata da quella esperienza nuova. Avvolta dalla luce di Dio Maria, avverte disagio nel sentirsi oggetto dell’attenzione di qualcuno che non fosse Giuseppe, abituata, com’è, alla discrezione.
Quella dolce irruzione angelica la rassicura. Dio non le chiede nessuna rinuncia, ma al contrario le è offerto un dono più grande delle sue aspettative. Certo Maria, che attendeva il momento in cui Giuseppe sarebbe venuto a prenderla per condurla nella loro casa, immaginava già la vita da sposa e da madre e si preparava. Non si sarebbe mai aspettata di essere scelta come madre del Messia promesso.
Dio non ci chiede di ridimensionare le nostre speranze, di restringere il campo dei nostri sogni, di distogliere lo sguardo dalle stelle tra le quali sono custoditi i nostri desideri. Ci chiede solamente di sperare, sognare, desiderare insieme a Lui.
Come diceva san Francesco, con il Signore iniziamo a fare il necessario, cioè a prenderci cura di noi, quindi fare quello che è possibile nel servizio ai fratelli e alle sorelle. Strada facendo ci accorgeremo che stiamo facendo anche l’impossibile perché lo stiamo facendo con Dio.
Tutto diventa possibile quando ci si mette a servizio gli uni gli altri. L’amore vicendevole non è una norma etica, ma è la prima e unica parola di Dio che crea. Quando l’uomo e la donna la pronunciano insieme con Dio diventano nuove creature generatrici di vita.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!