Supportare è più evangelico del sopportare – Mercoledì della II settimana di Avvento
Mercoledì della II settimana di Avvento
Is 40,25-31 Sal 102
+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,28-30)
Venite a me, voi tutti che siete stanchi.
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Supportare è più evangelico del sopportare
È di grande consolazione sapere che soprattutto nei momenti più difficili, quando si fanno sentire maggiormente la stanchezza e la tristezza, possiamo contare su qualcuno che ci accoglie e ci ascolta. Gesù, aprendoci le porte del suo cuore, ci invita a fidarci di lui e lasciarci andare al suo abbraccio. Con Gesù possiamo essere noi stessi, senza fingere e senza preoccuparci di dover essere come presumiamo lui si aspetti che noi siamo.
Spesso siamo in affanno rincorrendo le aspettative degli altri o elemosinando considerazione e il minimo di gratitudine che servirebbe per motivare un rinnovato slancio nel servizio che prestiamo quotidianamente.
Nell’incontro con Gesù non gli dobbiamo dimostrare nulla, perché egli ci conosce interiormente. Lui ci chiede di vivere la nostra croce quotidiana nello stesso modo con il quale egli ci porta sulle sue spalle, con mitezza e umiltà. L’immagine del giogo prefigura il patibolum, cioè l’asse orizzontale della croce che il condannato doveva portare sulle sue spalle. Tuttavia, il giogo che Gesù porta sulle sue spalle è la pecorella smarrita che il pastore riconduce all’ovile portandola sulle spalle.
Nella confidenza propria dell’intimità di due amici l’uno narra all’altro le sue croci, i suoi pesi, le sofferenze. Gesù rivela che le nostre croci sono la sua croce e ci insegna a portarla come lui porta la sua e con la mitezza e l’ umiltà di cuore con cui supporta l’uomo fragile e peccatore. Gesù porta il ristoro del cuore quando prendiamo la nostra croce quotidiana nella stessa maniera in cui ci facciamo carico di una persona amata e di cui ci prendiamo cura con amorevolezza e pazienza.
Vivere la croce senza Cristo ci condanna ad appesantirci e inasprirci, viverla con lui ci rende più amabili e pacificati.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!