La luce della fede – San Nicola
San Nicola
Is 29,17-24 Sal 26
+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,27-31)
Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.
La luce della fede
Lungo la strada due ciechi invocano l’aiuto di Gesù, in casa avviene l’incontro fatto di un dialogo, un gesto e culminante con l’evento e la diffusione della notizia.
La fede è un cammino nel quale si prende consapevolezza delle proprie povertà senza rassegnarsi o colpevolizzarsi, ma rivolgendosi a Gesù chiedendo il suo aiuto. Seguire Gesù non significa comprendere tutto di lui, ma iniziare a comprendere qualcosa di noi e la nostra vocazione.
Una cosa, nonostante la loro cecità fisica, hanno visto bene questi due infermi: il loro limite, ma anche quella vita che c’è oltre e che li aspetta come protagonisti. La fede non è semplicemente qualcosa che attiene la conoscenza di verità astratte o concetti svincolati dalla realtà storica. La fede che impatta la vita la cambia.
“Credete che io possa fare questo?”; la domanda di Gesù invita i due uomini a verificare la propria fede che non è vissuta tanto sul piano cognitivo, quanto su quello operativo. Dio si rivela nella parola che diventa azione. Seguire Gesù da discepoli significa aderire alla sua proposta concreta di vita declinata nelle azioni che la compongono.
Cosa è il “questo” che Gesù potrebbe fare? Non basta chiedere genericamente aiuto a Dio, ma è necessario individuare con chiarezza ciò per cui essere aiutati. Così, facendo discernimento circa le necessità per le quali chiedere aiuto, si chiarisce ciò che si è, ciò che si vorrebbe diventare e chi è Dio per me, come può intervenire nella mia vita.
I due ciechi credono che Gesù può cambiare radicalmente la loro sorte. Per essi la loro vita potrebbe cambiare vedendo la luce. La fede è credere nel proprio cambiamento a partire dall’azione di Gesù, che salva non perché risolvere tutti i problemi, ma perché, toccandoli, avvia un processo nel quale si arriva ad essere veramente padroni della propria vita per farne un capolavoro.
Gesù provoca la confessione di fede dei due ciechi come condizione perché possa operare. Confessare che Gesù può guarirli significa riconoscergli un’autorità per la quale si consegna all’altro la propria vita. Credere, però, non significa delegare Dio a fare tutto, ma comporta una fiduciosa accettazione e umile disponibilità a lasciarci toccare da Lui.
“Avvenga per voi secondo la vostra fede”; la fede determina lo spazio di manovra di Dio e la profondità del nostro cambiamento. Meglio prepariamo e viviamo a pieno gli incontri con Cristo nei sacramenti, più cresciamo nella fede. Col battesimo abbiamo iniziato a credere; cioè Dio ha avviato un dinamismo – che va accompagnato e coltivato – per il quale la luce della Sua grazia ci cambia profondamente così da essere nel mondo non tanto informatori, ma precursori di Gesù, e accendere la speranza nel cuore degli uomini per renderli ben disposti ad accoglierlo ed essere guariti.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!