Seguire le orme di Cristo re, mite e salvatore – Giovedì della XXX settimana del Tempo Ordinario
Giovedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Rm 8,31-39 Sal 108
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,31-35)
Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».
Seguire le orme di Cristo re, mite e salvatore
Alcuni farisei simpatizzanti di Gesù lo avvertono del pericolo che corre. Erode ha in animo di uccidere Gesù, ma Dio ha nel cuore di radunare tutti i suoi figli in un unico abbraccio d’amore. Gesù non è un temerario che mette a repentagli la sua vita e quella dei suoi discepoli per affermare delle idee. È fedele alla vocazione affidatagli e a cui egli ha aderito liberamente ben consapevole del fatto che per compiere la sua missione deve passare attraverso la sofferenza fino alla morte, come tutti i veri profeti di Dio.
Davanti alla minaccia di Erode, che teme di perdere il trono, perché vede in lui un potenziale concorrente, Gesù gli manda un messaggio rassicurandolo che la sua opera non mira a sottrargli il potere, ma a liberare dal demonio e guarire gli infermi sottoposti alla sua influenza.
Ciò che sta a cuore a Gesù non sono gli equilibri politici, diplomatici o economici, ma la relazione tra Dio e gli uomini sulla quale si gioca la vera pace.
Questa pagina evangelica ci fa riflettere sui conflitti che si generano tra le persone che appartengono ad una stessa famiglia, ad una comunità o ad un gruppo. I conflitti sono spesso riconducibili alla diffidenza che uno nutre per l’altro generato dal dubbio di essere giudicato, controllato e, appena possibile, aggredito.
Davanti alla minaccia di Erode Gesù avrebbe potuto cedere al “saggio” suggerimento di andare via, salvando la propria vita, oppure organizzare una controffensiva usando i suoi poteri per dimostrare chi egli fosse veramente, come proporranno coloro che assistono alla sua morte in croce. Difronte a ciò che ci incute paura la reazione difensiva istintiva è ritirarsi o aggredire. Gesù invita a vivere la paura senza cedere alla logica della contrapposizione ma ispirandosi alla volontà di Dio la cui strada è stata aperta da Gesù.
Come Gesù ha creduto ancora più fermamente nel Padre ponendo nelle sue mani la vita, così il cristiano che è suo discepolo, affronta i conflitti e gestisce paura e rabbia, confermando la sua piena adesione alla volontà di Dio che consiste nel riunire tutti gli uomini in unico abbraccio d’amore.
La comunione è opera di Dio che richiede anche la nostra disponibilità, insieme con Cristo, di essere operatori di pace. L’apostolo Pietro sintetizza così il messaggio di Gesù: “Se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; insultato, non rispondeva con insulti,
maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia” (1 Pt 2, 20-23).
Nella vita, soprattutto nelle difficoltà, non seguiamo l’istinto, ma scegliamo di mettere i nostri piedi sulle orme che Gesù ha tracciato.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!