Amanti del potere … dell’Amore! – Festa della Cattedra dell’apostolo Pietro
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Oggi la chiesa celebra una festa particolare chiamata la Cattedra di Pietro, cioè la missione che Gesù ha dato a Simon Pietro e, attraverso di lui, a tutti i vescovi. Nella cornice di una città importante della Palestina dedicata dal re Filippo all’imperatore romano, Cesarea di Filippo appunto, avviene una sorta di investitura. Pietro, alla domanda rivolta da Gesù agli apostoli circa l’idea che si erano fatti di lui e sulla sua identità, risponde con decisione: tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. L’apostolo riconosce in Gesù quel Messia che era stato promesso da Dio per salvare il popolo d’Israele. La risposta di Pietro è frutto d’una ispirazione di Dio più che di una convinzione maturata nella mente. Gesù legge nelle parole di Pietro la voce di suo Padre. Dall’affermazione di Simone, figlio di Giona, Gesù comprende definitivamente la sua chiamata e la sua missione: salire a Gerusalemme per scendere nelle pieghe più nascoste della storia di ogni uomo e offrendo la sua vita; così avrebbe edificato la Chiesa, comunità di fratelli uniti nel vincolo della carità. La missione che Gesù affida a Pietro e, da lui, ai suoi successori e a tutti i pastori della Chiesa, è quella si rendere saldi i rapporti tra i membri della comunità attraverso il generoso, gratuito e amorevole servizio. Il potere dei pastori della Chiesa non è un macigno che pesa fino a schiacciare, ma è un sostegno che rende salda la fede dei fedeli soprattutto nei momenti di difficoltà e smarrimento.
Oggi troverò del tempo per pregare per papa Francesco e il nostro Vescovo Antonio Giuseppe e, se volete anche per il parroco, perché soprattutto nel buio del dubbio e dello smarrimento possano essere punti di riferimento per ritrovare il cammino della felicità e della pace.
Preghiamo con la Chiesa:
Concedi, Dio onnipotente,
che tra gli sconvolgimenti del mondo
non si turbi la tua Chiesa,
che hai fondato sulla roccia
con la professione di fede dell’apostolo Pietro.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
Vi auguro una buona e santa giornata e vi benedico di cuore!