Va dove ti porta il cuore… che cerca il volto di Dio – Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Va dove ti porta il cuore… che cerca il volto di Dio – Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

14 Ottobre 2019 Off Di Pasquale Giordano

Va dove ti porta il cuore… che cerca il volto di Dio – Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Rm 1,1-7   Sal 97   

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,29-32)

Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:

«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 

Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

La radice di ogni malvagità è l’autocentramento o egoismo di cui è vittima ogni generazione di uomini. Le folle si accalcano come quando c’è una possibilità di approfittare di qualcosa. Dove si distribuisce qualcosa lì c’è la calca, un assembramento caotico di persone che aspettano di ricevere o prendere qualcosa. Avere appetito è un fatto naturale, ma diventa cattivo quando assurge al ruolo di guida delle scelte. La persona perde la sua originalità quando rinuncia a riflettere e ragionare e agisce secondo l’istinto. Quello è il momento in cui un gruppo diventa branco, una comunità diventa setta e un popolo diventa massa in cui ognuno non è che un punto indistinto. 

Quando si parla e si agisce “di pancia” si cercano conferme e si chiedono segni. Gesù, grande educatore, non asseconda la massa, ma rivela la patologia di cui è affetta, offrendo al contempo anche la terapia per guarire. La pancia cerca qualcosa che colmi i suoi sensi di vuoto, il cuore cerca una persona da amare. Il segno che Dio dà non è un prodigio della natura, ma una persona, Gesù, il quale è segno del suo grande amore per l’uomo. 

Il Salmo 27,8 dice: “Il mio cuore ripete il tuo invito: Cercate il mio volto!”. Se nel cuore trova spazio la parola di Dio esso si volge a cercare il Suo volto. Cercare il volto di Dio significa desiderare di entrare in dialogo con Lui. In Lui possiamo trovare la parola vera, quella che non dà conferme, ma che spinge a rischiare nelle relazioni, per amore. 

La relazione con Dio e i fratelli non è innanzitutto un fare o produrre qualcosa, ma è incontro in cui ci si ascolta e si dialoga faccia a faccia. 

Maledetto l’uomo che dall’altro cerca qualcosa e, ottenutala, gli volta le spalle; beato l’uomo che, pur non ottenendo quello che desidera, cerca l’altro per incontrarlo con desiderio di vedere il suo volto.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!