Fame di pane, desiderio di Padre – Martedì della I settimana di Quaresima

Fame di pane, desiderio di Padre – Martedì della I settimana di Quaresima

20 Febbraio 2018 Off Di Pasquale Giordano

+ Dal Vangelo secondo Matteo (6, 7-17)

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.

Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

 

Se non si può vivere senza pane, non si può vivere neanche senza Padre. Se il pane va mangiato perché ci dia vitalità, il Padre va vissuto perché la nostra vita abbia un senso. La relazione con Dio non è funzionale a qualcosa ma è semplicemente vitale. La relazione con il Padre celeste è preghiera; essa non è funzionale a ottenere qualcosa ma è la forma più alta di vita. La relazione è scambio di parole attraverso le quali uno è accolto nell’interiorità dell’altro. Le parole aprono la porta del proprio cuore all’altro creando una condivisione piena di intimità. Ognuno si sente raggiunto e avvolto dalla fiducia dell’altro, per cui con speranza si rende disponibile all’accoglienza, all’ascolto e all’aiuto. Così è per la relazione con il Signore. La sua parola è la chiave di accesso al suo cuore nel quale è custodito il grande sogno di sentirsi chiamare Padre da ogni creatura. Quando la parola Papà esce dalla bocca di chi si rivolge a Lui nella certezza di essere suo figlio amato, essa ritorna al cielo da cui è scesa, rendendo manifesto la relazione di amore familiare che Dio ha sempre desiderato. Pregare significa restituire a Dio quella parola che Gli permette di entrare nel nostro cuore e abitarlo.

 

Oggi mi impegno ad ascoltare l’altro cercando di passare dalle parole sentite al cuore, ai sentimenti di chi le proferisce verso di me.

 

Preghiamo con la Chiesa:

Volgi il tuo sguardo, Padre misericordioso,

a questa tua famiglia,

e fa’ che superando ogni forma di egoismo

risplenda ai tuoi occhi per il desiderio di te.

 

Auguro a tutti una giornata serena! Vi benedico!