Operai specializzati in umanità – Giovedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario
Operai specializzati in umanità – Giovedì della XXVI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Ne 8,1-4.5-6.7-12 Sal 18
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-12)
La vostra pace scenderà su di lui.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
Nella Chiesa il verbo rimanere e il verbo andare non sono contrapposti e neanche semplicemente consecutivi. Così come i verbi entrare e uscire sono due aspetti concomitanti di un’autentica esperienza di fede. Gesù chiama a sé i discepoli per inviarli. Rimanere in comunione con Gesù e andare verso i fratelli, entrare nella Chiesa e uscire per annunciare il Vangelo, sono le parole d’ordine del discepolo di Gesù.
L’apostolo di Cristo è come un corso d’acqua; se esso rimane unito alla sua sorgente scorre abbondante fino al momento in cui non finisce la sua corsa nel mare, altrimenti si esaurisce prima. La missione nel mondo non può prescindere dalla comunione con Dio e quest’ultima non è piena se manca il desiderio e l’impegno d’incontrare i fratelli.
I missionari sono operai “specializzati” che, alla scuola della Parola di Dio, imparano ad ascoltare gli uomini. Non sono pochi gli operai nella vigna del Signore, ma sono pochi i suoi operai, cioè i testimoni oculari diventati operai della parola (cf. Lc 1,1-4). L’operaio della parola non deve confondersi con un qualsiasi operatore sociale, economico, industriale, educativo. L’operaio del Signore ha un suo tratto specifico perché non applica leggi, protocolli, sperimentazioni, ma comunica la stessa pace che lui ha ricevuto da Dio.
Dire pace significa dire umanità, che non si apprende sui libri, non è una tecnica che si acquisisce, ma è una virtù che cresce solamente se si rimane uniti a Cristo, appartenenti alla Chiesa e abitanti nel mondo. Rimanere e andare sono due coniugazioni del verbo amare: amare Dio e i fratelli.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!