La fede è la vita che si fa preghiera – San Vincenzo de’ Paoli
La fede è la vita che si fa preghiera – San Vincenzo de’ Paoli
Ag 1,15-2,9 Sal 42
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,18-22)
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
L’evangelista Luca spesso annota che Gesù si ritirava in un luogo solitario per pregare. Non specifica quali fossero le preghiere che Gesù pronunciava perché in effetti egli non recitava formule o ripeteva parole altrui, ma pregava con la parola di Dio, con i salmi in maniera particolare. I salmi raccontano il vissuto di singoli uomini e della comunità che si rivolgono a Dio sia nella gioia, sia nella paura e nella tristezza. Si tratta di racconti in forma poetica attraverso i quali la persona, a nome proprio o per conto della comunità, esprime a Dio le proprie emozioni e confessa la lode, la fede e i propri peccati.
La preghiera è un luogo spirituale in cui vivere l’intimità con Dio e discernere la propria vocazione distinguendo tra le attese degli altri, le proprie aspirazioni e la volontà di Dio.
La preghiera non è solo dialogo con Dio ma anche tra i fratelli. Gesù, come uomo e come Dio, si pone in ascolto della fede dei suoi fratelli: “Le folle, chi dicono che io sia … voi, chi dite che io sia?”. La risposta dei discepoli, e poi quella di Pietro, dice il “sensus fidei” del popolo. Si tratta di una fede incipiente, carica di attese nei confronti di Dio, Colui che aveva promesso di mettersi Egli stesso a capo del suo popolo oggetto di soprusi e strumentalizzazioni ad opera delle autorità che avrebbero dovuto prendersene cura.
Gesù ordina il silenzio perché prima che la fede venga professata è necessario che i discepoli lo seguano fino alla fine sulla via della croce e della risurrezione. È la partecipazione alla passione di Gesù che fa della professione di fede non una formula ma un evento che trasforma la vita rendendola presenza di Cristo nella storia. Come ai demoni così anche ai discepoli intima il silenzio perché i suoi seguaci, come Satana, possono opporsi alla via tracciata dal Padre e percorsa prima dal Battista con il suo martirio.
La professione di fede si può fare con la bocca allorquando il cuore ha aderito alla volontà del Padre insieme con Gesù. Solo allora Dio può operare in noi la salvezza, il passaggio dal peccato all’amore, dalla morte alla vita.
La bocca proclama quello che il cuore ha scelto e la vita testimonia.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!