Il perdono è fonte di tenerezza
Il perdono è fonte di tenerezza – Giovedì della XXIV settimana del Tempo Ordinario(Anno dispari)
1Tm 4,12-16 Sal 110
+ Dal Vangelo secondo Luca(Lc 7,36-50)
Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Altro nome per dire l’amore è la gratitudine. Più si è grati, più si ama. Si è tanto più capaci di gratitudine a Dio quanto più si riconosce il proprio peccato. Davanti a quella donna che con umiltà si piega ai suoi piedi bagnandoli con le sue lacrime, asciugandoli con i suoi capelli e ungendoli con l’olio profumato, Gesù le cede il posto di maestro. La donna giudicata peccatrice dal fariseo sale sulla cattedra dell’umiltà.
La parabola raccontata da Gesù è per Simone che, vedendo la scena si scandalizza, perché Gesù si lascia toccare da una peccatrice. Un profeta – pensa tra sé – non si lascerebbe contaminare dal peccato della donna. Il fariseo non si domanda perché quella donna compie quei gesti di profonda delicatezza e rispetto.
Il giudizio nasce dal fatto di fermarsi all’apparenza e che vengono compiuti gesti sconvenienti. Ma c’è un vero giudizio che va praticato; è quello che nasce guardando il cuore. La parabola si conclude con una domanda che induce Simone a guardare il cuore dei debitori condonati: dove c’è più amore?
La bocca parla dall’abbondanza del cuore e i gesti d’amore nascono da un cuore ricolmato d’amore.
Il perdono è la sovrabbondanza dell’amore di Dio riversato nei nostri cuori. Un cuore pentito si lascia riempire della grazia di Dio, un cuore indurito e pieno di ipocrisia non è in grado di accogliere la ricchezza dell’amore.
Il fariseo ha solo invitato Gesù a casa sua, la donna gli ha permesso di entrare nell’intimità della sua vita.
Dio viene ospitato non quando si preparano per lui luoghi addobbati a festa o si organizzano feste spettacolari, ma quando il cuore, libero da ogni forma di cupidigia, diventa casa accogliente.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!