Il progetto di vita cristiana: adesione, rinuncia e condivisione – Mercoledì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Col 3,1-11 Sal 144
+ Dal Vangelo secondo Luca(Lc 6,20-26)
Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Una volta scelti e chiamati sul monte da Gesù, gli apostoli scendono a valle con lui. Scendere verso la pianura corrisponde all’atteggiamento di chi non si gonfia d’orgoglio per essere stato eletto, ma si lascia guidare da colui che da ricco si è fatto povero per arricchire noi. Colui che è scelto, contestualmente all’onore di essere stato eletto rispetto ad altri, deve maturare la consapevolezza che non si appartiene più in maniera assoluta. Quando dice di sì alla chiamata contemporaneamente rinuncia ad un’idea assoluta di libertà. Il discepolo diventa apostolo nella misura in cui non insegue i suoi ideali, ma segue la luce.
Beato l’uomo che sa dire di no, che sa darsi un limite che non è barriera che divide ma ponte che unisce. La felicità nella rinuncia è goduta nella misura in cui essa è per la comunione e non semplicemente come un “dovere”.
L’apostolo risponde alla chiamata di Dio di seguire il suo Figlio Gesù che dall’alto dei cieli scende, si fa povero e abita in mezzo agli uomini condividendo fatiche e soddisfazioni, gioie e preoccupazioni. La povertà non è solo rinuncia ma è anche un sì ai fratelli nella comunione. La sequela di Cristo non è dunque una scalata alle vette della gloria umana, ma è esplorazione delle miserie umane nelle quali portare la luce dell’amore di Dio.
“Alzò gli occhi verso i discepoli”. Gesù dopo aver alzato gli occhi verso il Padre li alza anche verso i suoi discepoli. Egli sceglie il posto più basso per cercare e vedere Dio e i suoi fratelli. È lo sguardo del povero che non ambisce a cose troppo altre, superiori alle sue forze, ma si fa umile accoglienza del dono di Dio.
Il cuore di Gesù e quello dei discepoli non deve essere altezzoso, ma umile, non può ergersi al di sopra dei suoi limiti, ma affidarsi alle mani di Dio ma anche a quelle degli uomini e delle donne che attendono il nostro aiuto.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!