Oblazione versus tentazione
Oblazione versus tentazione – Martedì della III settimana di Pasqua
At 7,51-8,1 Sal 30
+ Dal Vangelo secondo Giovanni(Gv 6,30-35)
Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
La folla, che si era messa sulle tracce di Gesù e l’aveva trovato a Cafarnao, si rivolge a lui chiedendogli un segno che attesti la sua credibilità. Viene citato un versetto del Salmo 78: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo” (v. 24b) che è una meditazione didattica sulla storia d’Israele caratterizzata dalla durezza del suo cuore che gli impedisce di ricordare le opere che Dio aveva fatto a loro favore per liberarli dalla terra di schiavitù. “Nel loro cuore tentarono Dio chiedendo cibo per la gola. Parlarono contro Dio, dicendo: “Sarà capace Dio di preparare una tavola nel deserto? … saprà dare anche pane?” (vv.19-20). Il salmista racconta la reazione di Dio: “Il Signore udì e ne fu adirato; … perché non ebbero fede in Dio e non confidarono nella sua salvezza… fece piovere la manna per cibo e diede loro pane del cielo”. Il salmista vuole ricordare a Israele che Dio è giusto e misericordioso e risponde al male, che gli provoca sofferenza e ira, con la provvidenza. L’ira è la reazione naturale alle ingiuste provocazioni di chi non è mai contento e soddisfatto. La misericordia è il modo con il quale Dio gestisce la sua ira; incanala la forza aggressiva nella potenza dell’amore. La risposta di Gesù infatti mette in chiaro che il dispensatore del nutrimento nel deserto non è stato un uomo, come Mosè, ma è colui che chiama il “Padre mio”. In realtà c’è un grosso equivoco: la manna era considerato un pane dal cielo perché in esso si riconosceva un dono della provvidenza dopo che Mosè aveva interceduto presso Dio a favore del popolo che mormorava a causa della fame, mentre il salmo parla del pace del cielo, non dal cielo. La folla che interroga Gesù è come Israele che mormora contro Dio e lo tenta, quasi per estorcergli un segno dal cielo. Gesù reagisce nella stessa maniera che è ricordata dal salmo 78: Dio alla tentazione risponde con l’oblazione, non di qualcosa che “scende dal cielo”, ma di se stesso che, come “pane di Dio … discende dal cielo per dare la vita al mondo”.
La fame e la sete sono due esperienze nelle quali il nostro corpo reclama il bisogno di ricevere aiuto. Gesù, il pane della vita è tutto quello di cui l’uomo ha bisogno per vivere. Per cui chi crede in lui non vive più in funzione della soddisfazione dei bisogni della carne ma per realizzare i desideri dello Spirito.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!