Ami bene se fai il bene con amore
Ami bene se fai il bene con amore – Venerdì della III settimana di Quaresima
Os 14,2-10 Sal 80
+ Dal Vangelo secondo Marco(Mc 12,28-34)
Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Una domanda di “catechismo” diventa l’occasione per Gesù per fornire un criterio di discernimento di riuscita della nostra vita. Lo scriba, esperto nella legislazione ebraica, sapeva come muoversi tra i seicentotredici precetti, tuttavia comprende bene che bisogna trovare il bandolo della matassa di un sistema legislativo che rischia di ridurre tutto a norme di comportamento asettiche. La risposta di Gesù richiama testualmente il documento di alleanza nuziale tra Dio e il suo popolo che è fondato su un’indicativo: Dio è l’unico sposo, come è l’unico Padre. Da qui ne consegue la scelta di amarlo come l’unico sposo perché riconosciuto come il vero Padre. L’indicativo ricorda la scelta che Dio ha fatto di amare Israele in maniera fedele ma non escludente. Dio ha dimostrato di amare il Popolo d’Israele prendendosi cura di lui con amorevolezza. L’amore usato per Israele ha valore di segno per tutti i popoli. Per cui quello che Dio opera per Israele lo fa per ogni uomo, di ogni tempo e di ogni luogo. Ragion per cui la storia d’Israele è una storia d’amore e di salvezza in cui ciascuno può ritrovare se stesso e nella Bibbia rintraccia l’origine e il senso della sua vita, come quella di ogni fratello e sorella che abita la stessa terra ed è sotto lo stesso cielo. Se dunque l’amore di Dio, gratuito e fedele, è origine e fondamento della vita di ogni uomo, allora esso diventa anche la regola fondamentale per vivere bene. Gesù sulla croce rivela il vero volto di Dio che ama l’uomo donando il suo figlio per noi. Amare allora significa non tanto fare o dire qualcosa, quanto invece donare se stessi. Il gesto del donare presuppone quello del lasciare, del sottrarre a se per offrirlo all’altro. Non è mai piacevole lasciare qualcosa o qualcuno, ma diventa possibile se viene fatto perché diventi offerta d’amore. Allora l’amore non coincide col piacere, ma spesso è accompagnato dalla sofferenza del distacco. Tuttavia nella misura in cui quello che lascio lo dono per l’altro, allora mi candido alla vera gioia che mi viene riversata nel cuore. L’amore nella sofferenza è generatore di vita e di gioia. Per amare bene bisogna fare il bene con amore, perché il bene senza amore è vanità.
Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!