Scelti da Dio per chiamata diretta – Lunedì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Lunedì della I settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Eb 1,1-6 Sal 96
Ispìra nella tua paterna bontà, o Signore,
i pensieri e i propositi del tuo popolo in preghiera,
perché veda ciò che deve fare
e abbia la forza di compiere ciò che ha veduto.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Dalla lettera agli Ebrei Eb 1,1-6
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto:
«Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?
e ancora:
«Io sarò per lui padre
ed egli sarà per me figlio»?
Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice:
«Lo adorino tutti gli angeli di Dio».
Gesù Cristo, Parola di Dio che crea e salva
L’autore della lettera agli Ebrei introduce la sua meditazione su Gesù, presentato come il Cristo nelle vesti del Sommo Sacerdote fedele e misericordioso, mettendo in risalto la Parola quale caratteristica del Dio d’Israele. Dio parla continuamente al suo popolo invitandolo ad amarlo e ad unirsi a Lui. Molti sono stati i modi con i quali Dio ha voluto allacciare relazioni d’amore con Israele manifestandogli il suo affetto e la sua volontà. Gesù, pur apparendo al mondo quale figlio di Maria e di Giuseppe, è Figlio di Dio, parola prima, per mezzo del quale tutto è stato creato, ed è parola ultima perché tutto il creato sia salvato e diventi Regno di Dio nel quale tutti gli uomini sono adoratori di Dio in «Spirito e Verità». Riecheggiano le parole dei Sapienti d’Israele che rintracciano nella creazione e nella storia la Sapienza di Dio che risplende del suo amore misericordioso. Questa luce sfolgora definitivamente nell’evento della Pasqua quando Gesù è «intronizzato». Nella risurrezione dai morti si manifesta nel Crocifisso risorto la gloria di Dio e Gesù è riconosciuto come il Figlio di Dio. Gesù Cristo, quale Figlio di Dio, è «Luce da Luce, Dio vero da Dio vero». In questo senso egli è «irradiazione della sua gloria»; ed è «impronta della sua sostanza» perché vedendo Gesù si vede il Padre e chi accetta l’amicizia di Gesù diventa anche lui figlio di Dio, erede della vita eterna.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 1,14-20
Convertitevi e credete nel Vangelo.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Scelti da Dio per chiamata diretta
Con questo brano l’evangelista Marco presenta il contenuto del Vangelo di Gesù, cioè l’essenza della sua predicazione che è, dice l’evangelista, il Vangelo di Dio. Vangelo è la buona notizia che comunica un evento e al tempo stesso lo realizza. È proclamata l’occasione, il tempo opportuno, quello favorevole, nel quale Dio è vicino, non come una presenza minacciosa, ma come il pastore che viene a prendersi cura del proprio gregge, lo Sposo che viene a prendere la sposa per condurla nel talamo nuziale. Dio si fa prossimo con benevolenza e invita a stare con lui, a intrattenersi in amicizia. Dall’indicativo dell’iniziativa di Dio, l’invito espresso con un imperativo che fa sentire l’urgenza di una risposta pronta: convertitevi e credete nel vangelo.
Il passaggio di Gesù lungo le sponde del lago di Tiberiade in un giorno di ordinario lavoro traduce plasticamente l’evento dell’annuncio del vangelo e dell’accoglienza di esso. Il Vangelo di Dio non è un concetto o una nozione, ma una persona che desidera incontrare ed essere incontrato. Scriveva Benedetto XVI: “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (Deus Caritas est, 1). Il primo passo dell’incontro lo fa Gesù che si accosta a ogni uomo con uno sguardo pieno di benevolenza che non vede tanto i meriti e li raffronta con lo scopo da raggiungere, quanto invece coglie il bene e il bisogno presente in ogni fratello suo. La proposta che Gesù fa ai pescatori di Galilea cambia l’orizzonte e la direzione della loro vita. Il lavoro, da cui trarre sostentamento per la vita, diventa servizio nel quale dare la vita per generare alla vita eterna gli altri uomini.
La scelta che quegli uomini fanno è immediata come lo è un atto di fiducia, perché non ci si attarda a fare i calcoli. Gesù non chiede innanzitutto di lasciare, abbandonare, cambiare vita, ma di seguirlo, di mettere i nostri passi sulle sue orme. Il cambiamento non sarà frutto solo di una decisione etica, ma innanzitutto di una scelta, sempre rinnovata soprattutto nelle crisi, di seguire Gesù e stare con Lui.
Preghiamo
Signore Gesù, mi passi accanto e ti fermi poggiando il tuo sguardo d’amore verso di me. Che in ogni faccenda possa sollevare i miei occhi per incrociare i tuoi, sentire la tua compassione, il tuo pieno coinvolgimento nelle mie vicende. Il tuo sguardo mi conforta; mi chiedi di fidarmi di te e scegliere te come guida. Anche quando i miei occhi saranno accecati dalla rabbia e dalla tristezza fino al punto di sentirti assente, la tua parola sia lampada ai miei passi e luce al mio cammino in modo da rinnovare quotidianamente il mio sì alla tua bellissima proposta di vita.