L’infallibile fede dei piccoli – Lunedì della III settimana di Avvento

L’infallibile fede dei piccoli – Lunedì della III settimana di Avvento

15 Dicembre 2024 0 Di Pasquale Giordano

Lunedì della III settimana di Avvento

Nm 24,2-7.15-17   Sal 24  

Nella tua bontà, o Padre,

porgi l’orecchio alla nostra preghiera

e, con la grazia del tuo Figlio che viene a visitarci,

rischiara le tenebre del nostro cuore.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dal libro dei Numeri Nm 24,2-7.15-17

Una stella spunta da Giacobbe.

In quei giorni, Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù. Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui. Egli pronunciò il suo poema e disse:

«Oracolo di Balaam, figlio di Beor,

e oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante;

oracolo di chi ode le parole di Dio,

di chi vede la visione dell’Onnipotente,

cade e gli è tolto il velo dagli occhi.

Come sono belle le tue tende, Giacobbe,

le tue dimore, Israele!

Si estendono come vallate,

come giardini lungo un fiume,

come àloe, che il Signore ha piantato,

come cedri lungo le acque.

Fluiranno acque dalle sue secchie

e il suo seme come acque copiose.

Il suo re sarà più grande di Agag

e il suo regno sarà esaltato».

Egli pronunciò il suo poema e disse:

«Oracolo di Balaam, figlio di Beor,

oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante,

oracolo di chi ode le parole di Dio

e conosce la scienza dell’Altissimo,

di chi vede la visione dell’Onnipotente,

cade e gli è tolto il velo dagli occhi.

Io lo vedo, ma non ora,

io lo contemplo, ma non da vicino:

una stella spunta da Giacobbe

e uno scettro sorge da Israele».

Il profeta che vede la Parola e l’annuncia

Balaam è un uomo che come mestiere fa il profeta. È riconosciuto come tale dal re Balak che lo “assolda” per maledire Israele. Nell’immaginario magico di Balak, Balaam è un uomo che con la sua parola, benedicente o maledicente, ha il potere di definire la sorte di qualcuno. In verità Balaam avverte il re che il suo potere è subordinato alla volontà di Dio che gli comunica. Per entrare in comunicazione con la divinità è necessario compiere dei riti sacrificali. Il re Balak prepara come indicato dal profeta ma Balaam non può che proferire le parole che Dio gli fa ascoltare e che pone sulle sue labbra. Il profeta dice di sé di essere un veggente; egli, infatti, vede la Parola di Dio che si realizza nel popolo d’Israele. La parola del profeta è eco della Parola di Dio. Nell’oracolo di Balaam risuona l’esclamazione di Dio davanti all’opera della sua bocca (Dio crea parlando): è bello! Il profeta contempla la bellezza della volontà e dell’opera di Dio. Le tribù d’Israele sono parte del «paradiso» che Dio crea. L’armonia della creazione è la bellezza che il profeta contempla nel presente; tuttavia, l’opera di Dio, lungi dall’essere ostacolata o annullata, è progressivamente incamminata verso il suo compimento a cui fa riferimento il segno della stella che allude al sorgere di un re, custode e compitore di tutta la creazione.

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 21,23-27

Il battesimo di Giovanni da dove veniva?

In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».

Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».

Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».

Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

L’infallibile fede dei piccoli

I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo credono bene di esercitare la loro autorità istruendo un piccolo processo contro Gesù perché dia conto del suo operato e su quale base egli lo fondi. Naturalmente essi danno per scontato la loro credibilità e l’autorevolezza, cosa che invece la contro domanda, posta da Gesù, demolisce. I capi, troppo sicuri di sé, hanno già giudicato Gesù come un malfattore, ma sono costretti a dire: non sappiamo. Essi, che avrebbero dovuto essere i primi a cogliere i segni della presenza di Dio, si disinteressano di Giovanni Battista, lasciandolo poi in balia di Erode. Troppo impegnati a gestire il commercio nel luogo santo del tempio e occupati nei giochi di potere, non si sono lasciati neanche scalfire dalla missione del Battista, confinato nel deserto. Ma Gesù dà fastidio perché entra a gamba tesa nei loro affari.

Questo siparietto tra Gesù e le autorità religiose ci induce a riflettere sul motivo per cui, infastiditi e arrabbiati diciamo: ma chi credi di essere? In questa domanda si nasconde il fatto di non riconoscere noi per primi la dignità di chi ci sta difronte. Quello che avvertiamo come invasione di campo o una indebita ingerenza, potrebbe essere semplicemente un’occasione che ci viene offerta per fare discernimento sulle scelte da fare, guidati dalla parola di Dio. Fin quando gli altri sono in una zona sicura perché lontani dalla nostra interiorità o dalla sfera più privata, tutto va bene, perché c’è il giusto spazio per dissimulare. Quando l’incontro si fa più ravvicinato e si toccano corde sensibili del nostro vissuto, scatta l’attacco andando sul personale.

Gesù, nella cui persona si rivela l’amore di Dio, non viene per accusare e condannare, ma per annunciare la parola della vita. Essa però è come una spada molto affilata che penetra in profondità affinché noi, entrando in una salutare crisi, mettiamo in dubbio le nostre false certezze, abbassiamo le difese – per difendere cosa? –  e ci poniamo in costante discernimento, cioè in ricerca della volontà di Dio. Il Natale del Signore, che celebreremo tra qualche giorno, sia per noi un’occasione per abbattere i muri di cinta dietro cui ci trinceriamo per colpire, spesso con parole dure, coloro che Dio ci ha posto accanto per accompagnarci nel nostro cammino di vita. Apriamo il cuore ad accogliere Gesù, Parola di vita.

Preghiamo

Signore Gesù sei stato riconosciuto Maestro e Profeta dai piccoli e dai poveri che hanno gustato la sapienza del tuo insegnamento e sperimentato la potenza delle tue azioni. L’esempio di tanti testimoni, come Maria di Betania, Zaccheo, Bartimeo, la Cananea e di molti altri che, confidando nella tua misericordia e guidati dalla tua parola, ti hanno seguito sulla via della santità, sostenga e incoraggi il nostro cammino di fede per imparare a viverla in umiltà e obbedienza. Donaci semplicità di cuore affinché possiamo cercare in sincerità il volto di Dio e godere della sua visione.