La tattica perversa della lamentela per non mettersi in gioco – Venerdì II settimana di Avvento – S. Lucia

La tattica perversa della lamentela per non mettersi in gioco – Venerdì II settimana di Avvento – S. Lucia

12 Dicembre 2024 0 Di Pasquale Giordano

Venerdì II settimana di Avvento – S. Lucia

Is 48,17-19   Sal 1

Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, o Signore,

per l’intercessione gloriosa della santa vergine e martire Lucia,

perché noi, che festeggiamo qui in terra

la sua nascita al cielo,

possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.

Dal libro del profeta Isaia Is 48,17-19

Se tu avessi prestato attenzione ai miei comandi!

Così dice il Signore tuo redentore, il Santo di Israele:

“Io sono il Signore tuo Dio

che ti insegno per il tuo bene,

che ti guido per la strada su cui devi andare.

Se avessi prestato attenzione ai miei comandi,

il tuo benessere sarebbe come un fiume,

la tua giustizia come le onde del mare.

La tua discendenza sarebbe come la sabbia

e i nati dalle tue viscere come i granelli d’arena;

non sarebbe mai radiato né cancellato

il suo nome davanti a me”.

Imparare a vivere prestando ascolto alla Parola

Il Signore ricorda al popolo che Lui lo ha guidato e che la sua leadership viene riconosciuta nella misura in cui si presta ascolto alla sua Parola, facendosi suoi discepoli e mettendo in pratica i suoi insegnamenti. Pace e giustizia non sono realtà garantite dagli uomini ma sono un dono di Dio dato a coloro che con umiltà si predispongono ad accogliere la Sapienza. Il modo con cui il Signore agisce con gli uomini diventa il modello comportamentale dell’uomo che si fa operatore di pace e di giustizia. La condotta di vita sarà veramente feconda nella misura in cui si accetta la guida del Maestro interiore la cui voce risuona nella coscienza e determina il discernimento circa le scelte della vita. Nel laboratorio della propria interiorità si decide l’orientamento della vita, il raggiungimento della vera meta e, di conseguenza, il successo con il conseguimento della pace, pienezza dei beni.

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,16-19)

Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo.

In quel tempo, Gesù disse alle folle:

«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:

“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,

abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.

È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.

Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

La tattica perversa della lamentela per non mettersi in gioco

Le parole di Gesù rivelano il disappunto per l’atteggiamento di chi si fa scivolare ogni cosa senza lasciarsi coinvolgere per cambiare. Questo disagio lo esprime attraverso la metafora della lamentela di alcuni bambini verso altri compagni che non reagiscono alle sollecitazioni, che rimangono ai margini senza farsi coinvolgere nel gioco. Il paragone visualizza l’atteggiamento di chi rifiuta il gioco delle relazioni prendendo le distanze da ogni cosa e ponendosi sempre in atteggiamento critico. La critica per partito preso è un modo per rimanere nelle proprie convinzioni pregiudiziali e screditare tutto per non doversi misurare con ciò che potrebbe essere uno stimolo a rinnovarsi. Solo chi ha rinunciato a sognare, a desiderare e a progettare si rifugia nella lamentela e nella mormorazione. Chi non attende più nulla o non si apre ad accogliere la novità per rinnovarsi nella mente e nel cuore, si condanna all’isolamento, che consuma interiormente. L’abitudine a giudicare le persone, di solito assolutizzando un particolare negativo, nasce dall’invidia, che è l’incapacità di vedere nell’altro la benedizione di Dio. La sapienza a cui ispirarci non è quella di chi vede nemici dappertutto e si pone nei confronti della vita e degli altri con un atteggiamento negativo e di difesa, ma quella di Dio che, mosso da fiducioso amore, non si stanca mai di venirci incontro. Signore Gesù, grazie perché mi fai conoscere quella parte di me spenta, fredda, rassegnata, rigida. Donami il tuo Spirito perché possa rimuovere le pesanti pietre sepolcrali del pregiudizio e della colpevolizzazione. Donami la tua sapienza perché riscopra la gioia di confrontarmi, di misurami e di gareggiare nell’amore con i miei fratelli.

La Parola cambia la vita

Domandiamoci se il nostro modo di vedere noi stessi e gli altri è ricerca del volto di Dio o piuttosto uno sguardo ispettivo per cogliere il negativo e lapidare.

Quali difficoltà incontriamo nella relazione con chi non la pensa come noi? Come reagiamo?

Preghiamo

Signore Gesù, grazie perché mi fai conoscere quella parte di me spenta, fredda, rassegnata e rigida. Donami il tuo Spirito perché possa rimuovere le pesanti pietre sepolcrali del pregiudizio e della colpevolizzazione. Donami la tua sapienza perché riscopra la gioia di confrontarmi, di misurami e di gareggiare nell’amore con i miei fratelli.