Contemplare con gli occhi del Figlio per gioire col cuore del Padre – Martedì I settimana di Avvento – san Francesco Saverio

Contemplare con gli occhi del Figlio per gioire col cuore del Padre – Martedì I settimana di Avvento – san Francesco Saverio

2 Dicembre 2024 0 Di Pasquale Giordano

Martedì I settimana di Avvento – san Francesco Saverio

Is 11,1-10   Sal 71  

O Dio, che hai chiamato alla fede molti popoli

con la predicazione di san Francesco Saverio,

concedi che il cuore dei tuoi fedeli

arda dello stesso fervore missionario

e che la santa Chiesa si allieti su tutta la terra di nuovi figli.

Per il nostro Signore Gesù Cristo …

Dal libro del profeta Isaìa Is 11,1-10

Su di lui si poserà lo spirito del Signore.

In quel giorno,

un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,

un virgulto germoglierà dalle sue radici.

Su di lui si poserà lo spirito del Signore,

spirito di sapienza e d’intelligenza,

spirito di consiglio e di fortezza,

spirito di conoscenza e di timore del Signore.

Si compiacerà del timore del Signore.

Non giudicherà secondo le apparenze

e non prenderà decisioni per sentito dire;

ma giudicherà con giustizia i miseri

e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.

Percuoterà il violento con la verga della sua bocca,

con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio.

La giustizia sarà fascia dei suoi lombi

e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.

Il lupo dimorerà insieme con l’agnello;

il leopardo si sdraierà accanto al capretto;

il vitello e il leoncello pascoleranno insieme

e un piccolo fanciullo li guiderà.

La mucca e l’orsa pascoleranno insieme;

i loro piccoli si sdraieranno insieme.

Il leone si ciberà di paglia, come il bue.

Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera;

il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.

Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno

in tutto il mio santo monte,

perché la conoscenza del Signore riempirà la terra

come le acque ricoprono il mare.

In quel giorno avverrà

che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli.

Le nazioni la cercheranno con ansia.

La sua dimora sarà gloriosa.

La vita del povero al centro del programma di governo del Re sapiente

L’oracolo del profeta Isaia esprime la speranza di un nuovo regno guidato da un capo appartenente alla famiglia di Iesse, padre di Davide. L’allusione è al momento in cui a Iesse fu chiesto di mostrare i suoi figli perché tra essi Dio aveva scelto il nuovo re. Quando tutti i figli più grandi erano stati scrutinati ed esclusi, Iesse mandò a chiamare il più piccolo che era fuori a pascolare il gregge. Nella visione teologica del profeta, Israele deve andare avanti riscoprendo il valore della chiamata gratuita di Dio e riconoscendo l’autorità di colui che il Signore sceglie e costituisce re, non per i suoi meriti, ma perché lui e il suo popolo possano crescere nella sapienza e nella giustizia. Quella di Isaia non è una utopia irrealizzabile ma è una speranza fondata sulla realtà caratterizzata dalla presenza dei bisognosi e degli oppressi. Essi non sono solo i destinatari di una parola di vaga consolazione ma sono l’oggetto dell’opera di Dio attuata mediante quelle autorità che agiscono esclusivamente in nome di Dio e secondo il suo progetto d’amore. Essi, accogliendo lo Spirito della Sapienza, diventano ministri della Pace in cui sono raccolti tutti i beni di cui un popolo ha bisogno per vivere bene. Al centro del programma del re non deve esserci l’espansione del potere ma l’estensione della giustizia a tutti gli uomini, soprattutto i poveri, gli indigenti e i deboli.

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,21-24)

Gesù esultò nello Spirito Santo.

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

Contemplare con gli occhi del Figlio per gioire col cuore del Padre

Gli occhi di Gesù vedono oltre la cortina dell’apparenza e del sentito dire, a differenza dei dotti e dei sapienti di questo mondo. Gesù vede Dio come Padre perché il suo punto di vista è quello del figlio e non del servo, più attento al comando che al cuore di chi parla. Un figlio, prima ancora di fare ciò che fa il padre, desidera avere lo stesso spirito del padre, stare con lui per conseguire la pace e la giustizia. Lo Spirito Santo ci apre il cuore per riconoscere la presenza amorevole di Dio nella nostra vita, una prossimità che ci fa vibrare di esultanza come quando due innamorati sono a stretto contatto l’uno con l’altro. Dio ci viene incontro per donarci la ricchezza incontenibile della sua gioia, la sua vita, il suo amore fedele ed eterno, per farci belli ai suoi occhi. Quando riconosciamo il valore di questo dono che ci è dato in Gesù, i nostri occhi si riempiono di felicità, perché non c’è cosa più bella del sentirsi amati, avvolti dal calore dell’abbraccio di chi si prende cura di noi.

La paura genera l’ansia che a sua volta crea tensione e scoraggiamento. La gioia fiorisce nel cuore che preferisce lodare e ringraziare Dio, piuttosto che lamentarsi della fatica che sopporta nel servirLo, quasi a volergli rimproverare il fatto di essere messo alla prova. La gioia può essere facilmente confusa con l’entusiasmo. La differenza si coglie su tempi lunghi in cui matura il senso della fedeltà dell’amore. Un uomo temprato dalle prove vissute aggrappandosi alla mano di Dio riesce a discernere tra un’emozione passeggera e lo stato d’animo generato dalla scelta di affidarsi e consegnarsi al Signore in ogni situazione della vita.

Che la nostra bocca sia sorgente della benedizione di Dio, che i nostri occhi possano riflettere la luce della sua benevolenza, che il tocco delle nostre mani possa comunicare la sua forza perché chi è caduto trovi il coraggio di rialzarsi, chi vede tutto nero riconosca la luce gentile che lo guida, chi è duro di orecchi impari ad ascoltare col cuore. Donaci, Signore, il tuo Spirito Santo, la luce dei tuoi occhi, perché alla tua luce possiamo vedere la luce.

La Parola cambia la vita

Riconosciamo i segni della presenza amorevole di Dio nella nostra vita?

La nostra vita è un riflesso dell’amore di Dio per tutti coloro che incontriamo?

Oratio

Signore Gesù, i nostri occhi non ti vedono ma il nostro cuore, come quello dei discepoli di Emmaus, arde di gioia quando, ascoltando la tua Parola, ti accogliamo come pane che nutre e trasforma la vita. È la gioia dei bambini pieni di stupore e curiosità davanti ad un dono inaspettato. Fa che sempre possiamo accoglierti nei fratelli e nelle sorelle, soprattutto i più piccoli, con semplicità e spontaneità. Liberaci dalla tristezza del mondo che istiga al rancore, alimenta la diffidenza, avvelena le parole, arma l’aggressività. Insegnaci la dolce melodia della gratitudine e l’arte dello stimarci a vicenda affinché nelle prove della vita possiamo rimanere saldi nella fede, perseveranti nella speranza e operosi nella carità.