Vivere il cambiamento d’epoca – Martedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Martedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
Ap 14,14-19 Sal 95
Dio onnipotente ed eterno,
che hai voluto ricapitolare tutte le cose
in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo,
fa’ che ogni creatura,
libera dalla schiavitù del peccato,
ti serva e ti lodi senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Ap 14,14-19
È giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura.
Io, Giovanni, vidi: ecco una nube bianca, e sulla nube stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata.
Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: «Getta la tua falce e mieti; è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura». Allora colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo, tenendo anch’egli una falce affilata. Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, venne dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature». L’angelo lanciò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e rovesciò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio.
Il giudizio divino e l’ora della salvezza
Mietitura e vendemmia sono due immagini del giudizio divino che sarà descritto in 19,11-20. Giovanni riprende la profezia di Daniele 7, che fa sfondo al discorso escatologico di Gesù e a cui allude lui stesso rispondendo al sommo sacerdote che lo interrogava sulla sua identità. Il figlio dell’uomo che scende, stando sulle nubi, è il Messia inviato da Dio e che riceve da Lui potere e forza per salvare l’uomo. L’evangelizzazione è il diffondersi del lieto annuncio della signoria di Dio che si compie. Si crea una crisi, intesa come separazione o purificazione dal male perché il progetto di Dio si compia a partire da coloro che accettano o rifiutano la salvezza. Il giudizio, espresso nell’immagine della falce, esige una separazione o rottura con tutto quello che impedisce l’accoglienza della salvezza. La mietitura richiede di operare una rottura con il passato e con la mentalità mondana sostenuta da una falsa religiosità. Legata alla mietitura è l’opera della raccolta sicché il giudizio di Dio è sempre finalizzato alla riconciliazione e alla comunione. L’immagine della vendemmia aggiunge l’idea che la crisi passa attraverso il sacrificio e l’effusione del sangue che, come il vino, è l’elemento indispensabile al banchetto festoso della comunione. La mietitura e la vendemmia sono due immagini che si riferiscono alla pasqua di Cristo che il popolo dei fedeli condivide con il suo Capo. La salvezza passa attraverso il giudizio, soglia attraverso cui si accede alla vita beata. La mietitura e la vendemmia sono l’atto finale del processo di maturazione della vita spirituale che giunge al suo culmine. La comunione è il termine ultimo della speranza che sostiene il cammino del cristiano costellato di prove e tentazioni e la sua lotta per rimanere fedele al proprio sogno di comunione, che è anche quello di Dio. L’immagine della vendemmia richiama invece la misura alta dell’amore che è il dono totale di sé fino al martirio, il dono della propria vita a Dio.
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,5-11
Non sarà lasciata pietra su pietra.
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Vivere il cambiamento d’epoca
Gesù, come già aveva profetizzato Geremia, annuncia la distruzione del tempio. Il tempio nella storia ha subito tante trasformazioni quante sono state le crisi che l’hanno ferito. Le vicende del tempio narrano anche le vicissitudini d’Israele che nella sua storia annovera pesanti sconfitte ma anche molti interventi divini per salvarlo. Gesù, da vero profeta, rivela che nel dramma dell’uomo si consuma anche quello di Dio. Infatti, il Signore non è un avventore distante rispetto alle vicende dell’uomo, ma ne è pienamente partecipe perché lo ama di un amore fedele ed eterno e, in quanto tale, si unisce a lui per sempre.
La distruzione del tempio è profezia della morte di Gesù culmine dell’amore di Dio che non ha risparmiato suo Figlio, ma lo ha dato per tutti noi.
Gesù non sta rivelando nulla di misterioso, ma sta affermando un dato di fatto, diremmo una costante di questo mondo. Il prodotto dell’opera dell’uomo, fosse anche bellissimo, è destinato a finire, a consumarsi. Non serve sapere quando questo avverrà e quale segno avvertirà dell’arrivo dell’ora. In realtà questo avviene in ogni momento. Il mondo vecchio basato sull’apparire, il possedere, l’accumulare porta in sé la data di scadenza.
Già ora è il tempo del cambiamento e della trasformazione, oggi è il tempo del crollo delle false utopie, delle profezie menzoniere, delle strutture di potere a danno dei più deboli. È il tempo in cui è offerta la possibilità di ricominciare a vivere non inseguendo il trend del momento, ma partecipando con Gesù alla sua morte per rivivere con Lui nella vita eterna.
A coloro che apprezzano e lodano la mano dell’uomo capace di fare opere d’arte, ma anche di operare gravi disastri, Gesù sembra indicare la mano invisibile di Dio, che abbatte i superbi, distrugge le loro fragili opere e rialza i poveri per farli sedere sul suo trono di gloria. La mano di Dio si riconosce nella bellezza di chi si lascia edificare dal Signore come sua dimora. Chi vive il suo presente, anche se difficile e doloroso, confortato, corroborato e sostenuto dalla speranza, genera il suo futuro rimanendo fedele a Dio e perseverando nella carità fraterna. Così facendo vive nell’oggi la primizia della beatitudine del domani.
Signore Gesù, la tua parola illumina il senso profondo degli eventi drammatici che scuotono la nostra coscienza e fanno sorgere nel cuore interrogativi e dubbi. Aiutaci a essere cercatori della verità e costruttori di pace pur tra le macerie lasciate dai conflitti che spesso si consumano tra poveri. Quando siamo smarriti e disorientati guidaci a ritrovare il senso del vivere lì dove i nostri fratelli e sorelle tendono la mano e chiedono aiuto. Donaci la grazia di non piangerci addosso ma di alzare gli occhi al cielo per invocare il dono dello Spirito Santo che ci permetta di discernere la verità da perseguire e riconoscere la menzogna da rigettare.