Il Maestro interiore – Sabato della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Il Maestro interiore – Sabato della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

14 Ottobre 2024 0 Di Pasquale Giordano

Sabato della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Ef 1,15-23  Sal 8

Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, o Signore,

perché, sorretti dal tuo paterno aiuto,

non ci stanchiamo mai di operare il bene.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni Ef 1,15-23

Dio ha dato Cristo alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui.

Fratelli, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.

Egli la manifestò in Cristo,

quando lo risuscitò dai morti

e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,

al di sopra di ogni Principato e Potenza,

al di sopra di ogni Forza e Dominazione

e di ogni nome che viene nominato

non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.

Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi

e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose:

essa è il corpo di lui,

la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

Chiamati a sperare

San Paolo invoca sulla Chiesa di Efeso il dono dello Spirito Santo affinché, animata e rafforzata della sua energia, possa sperimentare in sé stessa la potenza dell’Amore di Dio che fa passare dalla morte alla vita. Come Cristo è stato risuscitato e liberato dai vincoli della morte per essere intronizzato nei cieli e ricevere il potere regale sul mondo intero, così la Chiesa, ricolmata dallo Spirito di ogni virtù, diviene nel mondo presenza visibile del regno di Dio. Ciascun membro della Chiesa, in virtù del battesimo, viene santificato e riceve lo Spirito affinché possa essere testimone della misericordia di Dio con la sua vita spesa, come quella di Gesù, a servizio del Vangelo. In tal modo rivela a tutti la vocazione comune alla santità, intesa come comunione piena ed eterna con Dio e i fratelli.

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 12,8-12

Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.

Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.

Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

Il Maestro interiore

Dopo aver messo in guardia i discepoli dal pericolo dell’ipocrisia che distrugge l’anima e averli rassicurati del fatto che il Padre ha in grande considerazione ciascuno dei suoi figli prendendosi cura di loro, Gesù li esorta a tenere sempre il cuore aperto alla voce dello Spirito Santo e ad essere docili alla sua azione. Lui illumina la mente perché possiamo riconoscere in tutti i fratelli, soprattutto nei più poveri, la presenza di Gesù per accoglierlo e servirlo. Se è vero che Dio fa sorgere il sole sui cattivi e suoi buoni e fa piovere sui cattivi e sui buoni vuol dire che l’azione dello Spirito Santo non riguarda solo alcuni degli uomini, ma tutti; ma è pur vero che non tutti si lasciano illuminare e irrorare dalla grazia di Dio presumendo di potersi salvare da sé. L’orgoglio rende il cuore duro e refrattaria all’aiuto di Dio ma sa anche ben mimetizzarsi. Si possono ingannare gli uomini ma non Dio. Paradossalmente ci sono quelli che per tante ragioni, soprattutto a causa di traumi psicologici e spirituali non elaborati, giungono ad arrabbiarsi contro Dio e a prendersela con Lui ma non si accorgono di pregare e quindi si aprono al perdono; per contro ci sono quelli che fingono di pregare perché hanno la Parola di Dio sulle labbra, tuttavia, non la lasciano penetrare nel cuore rendendosi impermeabili alla misericordia che perdona. Questi ultimi sono quelli che si lamentano continuamente degli altri e aspettano sempre che si presenti l’occasione giusta per testimoniare la propria fede e non si accorgono che le opportunità sono all’ordine del giorno soprattutto nelle situazioni di crisi. È proprio in quei momenti che si manifesta la durezza o la docilità all’azione dello Spirito. Se obbediamo alla paura saremo portati ad affrontare i conflitti con le stesse armi di chi ci chiama in giudizio, se invece ci affidiamo a Dio diventiamo voce della parola di verità e strumento della sua potenza.

Signore Gesù, Tu che hai promesso di essere sempre con noi, donaci il tuo Spirito che apra i nostri occhi per riconoscerti nei fratelli più piccoli, illumini la nostra mente a comprendere la volontà di Dio e renda il nostro cuore docile alla sua azione per essere trasformati interiormente e resi strumenti efficaci della sua misericordia. Insegnaci a pregare offrendo al Padre il nostro dolore nella lamentazione e nella supplica piuttosto che inquinare con la lamentela il rapporto con gli altri e la relazione con Dio, sia quella personale sia quella altrui. Aiutaci a gestire i conflitti con la parresia, ovvero con la franchezza che non viene dall’arroganza umana ma è dettata dall’obbedienza allo Spirito Santo.