Comporre le divisioni con la condivisione

Comporre le divisioni con la condivisione

28 Febbraio 2019 Off Di Pasquale Giordano

Comporre le divisioni con la condivisione – Venerdì della VII settimana del Tempo Ordinario(Anno dispari)

Sir 6,5-17   Sal 118

+ Dal Vangelo secondo Marco(Mc 10,1-12)

L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.

 

In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.

Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».

Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».

A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

Dalla Galilea Gesù scende nuovamente in Giudea e torna sulla sponda orientale del fiume Giordano dove era stato battezzato dal Battista e da dove era iniziata la sua missione. Il luogo menzionato da Marco ricorda il fatto narrato nel libro di Giosuè in cui il successore di Mosè, prima di attraversare il fiume per entrare nella Terra promessa, chiede al popolo di fare definitivamente una scelta di servizio tra il Dio d’Israele, che l’ha liberato dall’Egitto e lo ha condotto attraverso il deserto fino a quel punto, e gli idoli delle nazioni straniere che avrebbero dovuto lasciarsi alle spalle. Si tratta del deserto, luogo in cui Dio, come uno sposo che sta per introdurre la sua sposa in casa e unirsi con lei, chiede al popolo il suo consenso: vuoi amarmi, vuoi unirti a me? Il deserto ricorda la prova a cui Dio è sottoposto dal popolo quando chiede conto della sua fedeltà. Così i farisei, mettendo alla prova Gesù, gli chiedono di dimostrare la sua fedeltà alla legge. Scaltri, come sono, la prendono alla larga e con quella domanda capziosa vorrebbero dimostrare l’infedeltà di Gesù e la non credibilità del suo insegnamento per poter giustificare il rifiuto, già deciso in cuor loro. Gesù oppone la sapienza alla scaltrezza; coglie l’occasione, non per difendersi e neanche per attaccare, ma per evangelizzare, cioè portare il primo annuncio, l’annuncio fondamentale: Dio ama l’uomo di un amore eterno. Gesù ricorda, citando il libro della Genesi, che il fondamento dell’amore tra un uomo e una donna è l’amore di Dio. Non si può amare per comando, né la crisi in una coppia può essere risolta in punta di diritto. La legislazione umana al massimo può contenere il male, ma non può generare il bene. È vitale andare alla radice della vita; quando in una relazione le fondamenta sono scosse, sono proprio queste che vanno poggiate nuovamente sulla roccia dell’amore di Dio. In ogni relazione interpersonale, e nella coppia di sposi in particolare, le crisi sono normali, ma perché non diventino fratture insanabili, bisogna rispondere alla domanda dello Sposo: vuoi unire la tua vita alla mia? Solo in Cristo, sposo dell’umanità, si potrà rinnovare e rifondare la propria scelta di amare l’altro. Ogni crisi è sempre un passaggio. Chi passa con Cristo, procede ed entra nella terra promessa, chi si lascia ispirare delle norme degli uomini, regredisce e rende il suo cuore sempre più duro.

 

Signore Gesù, Sposo dell’umanità, mi chiami a uscire dal deserto affettivo causato dall’egoismo che genera solitudini e dipendenze da ciò che non da vita. Mi chiedi di prendere la mia mano ed introdurmi nei segreti della tua sapienza, nella stanza del tesoro che è l’amore del Padre. M’insegni che le fratture nelle relazioni possono comporsi non appellandosi alla legge ma vivendo la legge nuova dell’amore che tu doni dal Tuo cuore al mio cuore. Donami la tua giustizia, quella che non è soggetta alla libera interpretazione, ma quella che Tu stesso usi per riconciliarci e donare la pace.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!