Promotori di umanità – Lunedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Promotori di umanità – Lunedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

5 Novembre 2023 0 Di Pasquale Giordano

Lunedì della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Rm 11,29-36   Sal 68   Lc 14,12-14: Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.


Dio onnipotente e misericordioso,

tu solo puoi dare ai tuoi fedeli

il dono di servirti in modo lodevole e degno;

fa’ che corriamo senza ostacoli verso i beni da te promessi.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 11,29-36

Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!

Fratelli, i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!

O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?

Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

La misericordia di Dio, la parola prima e ultima della vita

Con una preghiera di lode (dossologia) Paolo chiude la prima parte della sua lettera alle comunità cristiane di Roma. Tutto il discorso ruota attorno all’opera salvifica di Dio compiuta nel sacrificio di Cristo sulla croce. Materialmente la sua morte è stata causata dalla «disobbedienza» e questo la rende una palese ingiustizia. In quanto tale ogni condanna a morte e la sua esecuzione sono peccati. La morte di Gesù, però, non è solo un esempio di grave disobbedienza e ingiustizia, ma è soprattutto il più grande atto di amore la cui potenza si manifesta nel perdono del peccatore. Gesù è morto a causa del peccato degli uomini ma è morto anche per liberare gli uomini dal peccato. Dalla disobbedienza dell’uomo Dio fa nascere la misericordia che salva. È veramente un’assoluta novità che solo Dio poteva escogitare e attuare. Con la morte di Gesù gli uomini colpevoli diventano salvati. La disobbedienza è limitata mentre la misericordia è eterna. Sebbene la disobbedienza si riproponga in varie forme e sembra avere una diabolica capacità di riprodursi e di rigenerarsi, la misericordia è più forte. La risurrezione di Gesù rivela che la morte non ha l’ultima parola che spetta solo a Dio il quale è anche la parola prima di ogni cosa.

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 14,12-14

Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.

In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:

«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.

Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Promotori di umanità

L’amore fraterno non può ridursi a uno scambio di cortesie, ma esige uno spirito d’iniziativa che parte dalla presa di coscienza del bisogno del povero e giunge alla determinazione di contribuire alla sua promozione umana. La convivialità è stata da sempre un mezzo attraverso il quale accreditarsi presso le persone considerate più ragguardevoli nella cui cerchia di amici si desidera entrare. La Chiesa, sembra suggerire Gesù, non può essere alla stregua di un club di eletti che accoglie nuovi membri solo se dimostrano di avere le carte in regola. Al contrario, Gesù le affida il compito di rivelare il tratto più innovativo, e per certi versi inedito, del regno di Dio: l’accoglienza gratuita e calorosa. Le credenziali non sono i meriti da esibire ma i propri bisogni e speranze. È lì che ognuno può coltivare il desiderio di guarigione, di rinascita e di riscatto. La comunità cristiana rivolge l’invito alla mensa eucaristica perché chi è solo e abbandonato possa sentire il calore di un abbraccio affettuoso che risvegli, come il sole di primavera, il processo di sviluppo dei germi di bene che il Signore ha posto nel suo cuore.

Signore Gesù, Tu che hai riservato uno sguardo attento e premuroso ai più piccoli, vittime dell’indifferenza e del disprezzo, aiutaci a coltivare l’umiltà del cuore per avere compassione di coloro che sono relegati ai margini della società e considerati uno scarto da eliminare. Liberaci dall’ipocrisia che ci rende cortesi e intraprendenti nel coltivare amicizie utili dimenticando gli amici di un tempo caduti in disgrazia. Donaci la sollecitudine della carità che ti ha spinto a varcare la soglia delle case in cui si respira l’aria pesante della tristezza, a percorrere i vicoli oscuri in cui giacciono gli uomini privi di speranza, a lasciarti toccare dagli intoccabili. Fa di noi Chiesa madre e maestra, che educa i suoi figli ad amarsi reciprocamente imitando Te che non sei venuto per farti servire ma per servire e dare la vita in riscatto di tutti.