Cambiamento d’epoca – Venerdì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Venerdì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Rm 7,18-25 Sal 118
Dio onnipotente ed eterno,
donaci di orientare sempre a te la nostra volontà
e di servirti con cuore sincero.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 7,18-25
Chi mi libererà da questo corpo di morte?
Fratelli, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra.
Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!
Il cammino di vita nuova: sapere, volere, fare la volontà di Dio
La conversione, ovvero il cambiamento del modo di pensare, è condizione necessaria per credere in Dio. La fede nasce dall’ascolto della Parola di Dio che mi fa conoscere di essere amato da sempre da Lui e la vocazione a vivere l’amore che il Signore mi ha donato. Tuttavia, la fede non è solo sapere ma è anche fare. Tra il sapere la volontà di Dio e metterla in pratica c’è la volontà e la capacità di fare il bene. In questo cammino che dal sapere muove all’azione si frappongono le forze dalla carne che indeboliscono la volontà e cercano di neutralizzarla perché non si concretizzi il proposito di bene. Il male è sempre accovacciato alla porta, come ricorda Dio a Caino. Gli fa eco il sapiente del Libro del Siracide che mette in guardia il figlio-discepolo: «quando ti accingi a servire il Signore, preparati alla tentazione» (Sir 2,1). La Parola di Dio non informa solamente quale sia la Sua volontà e non indica esclusivamente quali siano le esigenze da assolvere ma offre anche quella capacità necessaria per operare il bene superando gli ostacoli della debolezza umana. Ascoltare la Parola, meditandola nel cuore, garantisce che Essa diventi forza vitale che la fa fruttificare in opere di carità fraterna.
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 12,54-59
Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Cambiamento d’epoca
Sappiamo bene che il tempo non si può fermare e che ogni epoca porta con sé cambiamenti. Gesù denuncia l’ipocrisia di chi analizza e al massimo si lamenta dei cambiamenti senza accogliere la sfida, suggerita dai segni dei tempi, di cambiare mentalità. Infondo la conversione è essenzialmente il modo di vedere e giudicare la realtà per poi agire secondo Dio e non a partire dal proprio io. La parola di Dio è luce che attiva la coscienza affinché possiamo avere una visione più intelligente del mondo e cogliere i segni dell’azione divina che ci precede. Si tratta di non ascoltare solamente il proprio io e di immaginare il mondo a partire dai propri bisogni o interessi, ma di mettersi in sintonia con le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono (GS 1). Più che investigare sul perché accadono gli eventi, in particolare quelli dolorosi come la pandemia, dovremmo lasciarci interpellare da essi per verificare per chi viviamo. Quello che viviamo è un tempo in cui la salvezza passa attraverso l’arte delle relazioni umane. La storia insegna all’uomo che i solitari, anche se sembrano avere successo staccando gli altri per raggiungere per primi il traguardo della vittoria, non sono felici e non hanno vita lunga, in più, ciò che costruiscono finisce con loro. Gesù suggerisce lo stile della sinodalità, ovvero del camminare insieme sulla strada della vita che Dio traccia. Invece di giudicarci criticandoci in maniera subdola e di puntarci il dito con fare aggressivo per eliminare coloro che consideriamo ostacoli sul cammino di realizzazione dei nostri progetti, dobbiamo imparare da Gesù che, pregando nel segreto del cuore, si lascia guidare dallo Spirito Santo sulla strada nella quale gli incontra, accoglie, ascolta, accompagna, include, riunisce gli uomini per realizzare per loro e con loro il Regno di Dio dove ogni autentica speranza trova casa.
Signore Gesù, che sei il Vangelo nel quale si compie la promessa di Dio e il suo Regno si fa vicino all’uomo povero, prigioniero, cieco e oppresso, fa che ascoltando la tua parola con cuore puro, possiamo convertirci e credere in Te. Illumina la nostra coscienza affinché possiamo riconoscere con umiltà il nostro peccato, con speranza invocare la tua misericordia e con fiducia accogliere l’aiuto dello Spirito Santo. Insegnaci lo stile evangelico della comunione e l’arte del camminare insieme, liberi da pregiudizi e malizia, perché impariamo a cercare, accettare, includere e accompagnare i fratelli e le sorelle che Tu chiami a formare l’unica comunità, la famiglia dei Figli di Dio.