La via della Croce è la strada della vita – Sabato della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) – San Girolamo
Sabato della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) – San Girolamo
Zc 2,5-9.14-15 Ger 31
O Dio, che hai dato al santo presbitero Girolamo
un amore soave e vivo per la Sacra Scrittura,
fa’ che il tuo popolo si nutra sempre più largamente
della tua parola e trovi in essa la fonte della vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Dal libro del profeta Zaccarìa Zc 2,5-9.14-15
Io vengo ad abitare in mezzo a te.
Alzai gli occhi, ed ecco un uomo con una fune in mano per misurare. Gli domandai: «Dove vai?». Ed egli: «Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza».
Allora l’angelo che parlava con me uscì e incontrò un altro angelo, che gli disse: «Corri, va’ a parlare a quel giovane e digli: “Gerusalemme sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Io stesso – oracolo del Signore – le farò da muro di fuoco all’intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa”.
Rallégrati, esulta, figlia di Sion,
perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te.
Oracolo del Signore.
Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te».
La nuova Gerusalemme: Dimora di Dio in mezzo agli uomini e casa degli uomini fondata nel cuore di Dio
Nella terza visione il profeta Zaccaria vede gli angeli, immagine di Dio stesso, che prende le misure come un sapiente architetto per realizzare il suo progetto della nuova Gerusalemme. Dio consola Israele che ha ancora negli occhi il dramma della distruzione e dell’esilio. La visione vuole riaccendere la speranza che non si fonda, però, sui propri meriti o capacità, ma esclusivamente sulla benevolenza di Dio. La nuova Gerusalemme non è costruita da mani d’uomo ma da Dio. Non ha bisogno di mura di cinta perché non avrà nulla di cui temere: Dio è la sua difesa. Israele, liberata dalla paura apre il suo cuore ad accogliere tutti i figli e le figlie che il Signore dona, da qualsiasi parte essi vengano. La santità non consisterà più nel separare e distinguersi dagli altri per paura di contaminarsi o lasciarsi contagiare, ma si realizzerà nell’allargare le braccia per accogliere tutti quelli che il Signore conduce nella sua Chiesa. Essa è la Casa di Dio, dove Egli abita in mezzo al suo popolo, per animarlo, sostenerlo ed educarlo all’amore e al dono di sé agli altri.
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,43-45
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
La via della Croce è la strada della vita
Gesù guarisce un giovinetto e lo restituisce al padre suscitando la reazione entusiasta della folla che riconosce l’opera di Dio. Tutti erano ammirati dei miracoli che Gesù compiva. Ma l’ammirazione e la meraviglia non sono ancora indice di fede perché il vero miracolo di Gesù si compie quando l’uomo accoglie l’amore di Dio effuso con il suo sangue dalla croce. La fede, dono di Dio, è fuoco, ma non come quello di paglia, proprio delle emozioni. La fede è il fuoco che Dio accende nel cuore dell’uomo perché, infiammato di carità, contagi di amore anche gli altri fratelli. Gesù sembra smorzare i facili entusiasmi dei discepoli che, galvanizzati dalle espressioni di ammirazione della folla che aveva assistito ai suoi miracoli, coltivavano sogni di gloria. La mente corre avanti sognando scenari esaltanti che rischiano di farli allontanare dalla realtà, soprattutto quella difficile che vivono le persone più fragili. La gloria a cui il Signore guida non è quella degli onori o del potere, ma è la stessa che gli appartiene e che si manifesta sulla croce, vero trono di governo e autentica cattedra di sapienza. A questa gloria si giunge solo attraversando fino in fondo il mistero del dolore che gli uomini invece tentano di esorcizzare ed eliminare dalla propria vita. Per affidarsi a Dio, e da Lui farsi innalzare, bisogna consegnarsi nelle mani degli uomini, cioè amarli anche se peccatori, o forse proprio per quello. Il mistero del dolore è tanto grande quanto lo è anche quello della salvezza la cui azione estende il suo raggio seguendo di pari passo quello della morte, ma superandola di gran lunga.
Signore Gesù, maestro della sapienza della Croce, insegnaci a non fermarci scandalizzati davanti alla sofferenza, ma illumina la nostra mente per dare un senso costruttivo al dolore. Tu mi conduci alla gloria della vita eterna attraverso molte tribolazioni che, seppur feriscono e umiliano, tuttavia da esse si può trarre sempre un insegnamento per crescere umanamente. Aumenta in me la luce della fede perché possa sempre cercare il tuo volto e aderire con gioia alla tua volontà. Fa che seguendoti sulla via della croce il mio cuore si lasci plasmare dalla tua parola e trovi nel tuo esempio ispirazione per forme sempre più creative di carità.