Chi cerca Dio trova sé stesso – Mercoledì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) – Santi Andrea [Kim], Paolo [Chông] e i loro compagni martiri
Mercoledì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) – Santi Andrea [Kim], Paolo [Chông] e i loro compagni martiri
O Dio, che moltiplichi su tutta la terra i tuoi figli di adozione
e hai reso seme fecondo di cristiani
il sangue dei santi Andrea [Kim], Paolo [Chông]
e dei loro compagni nel martirio,
fa’ che siamo sorretti dal loro aiuto
e ne seguiamo costantemente l’esempio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 1Tm 3,14-16
Grande è il mistero della vera religiosità.
Figlio mio, ti scrivo tutto questo nella speranza di venire presto da te; ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.
Non vi è alcun dubbio che grande è il mistero della vera religiosità:
egli fu manifestato in carne umana
e riconosciuto giusto nello Spirito,
fu visto dagli angeli
e annunciato fra le genti,
fu creduto nel mondo
ed elevato nella gloria.
Cristo e la Chiesa uniti come il capo al corpo
Timoteo partecipa con Paolo alla missione apostolica e diviene responsabile di alcune comunità ecclesiali. Esse, benché fondate dagli apostoli non sono di loro proprietà ma, ricorda Paolo, esse formano «la Chiesa del Dio vivente». Gli apostoli sono a servizio del «mistero della vera religiosità», ovvero del progetto di Dio che si realizza nella vita di Cristo e della Chiesa. La verità nel linguaggio non è un insieme di concetti astratti da afferrare con la mente ma una realtà viva e fattuale che all’origine di tutto. Il mistero è Cristo e la Chiesa insieme, uniti come lo sono il capo al corpo. Gesù è la manifestazione al mondo intero dell’amore di Dio, che è all’origine della creazione, e la Chiesa è la presenza storica di Cristo Signore fino al giorno ultimo. Credere in Dio implica di credere alla Chiesa e vivere un nella Chiesa conduce a fare della propria vita un servizio gradito a Dio.
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 7,31-35
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Chi cerca Dio trova sé stesso
Ci sono alcuni che credono di possedere la conoscenza e disprezzano gli altri o fanno in modo di umiliarli. Questa è la sorte toccata a Giovanni Battista e a Gesù, veri figli di Dio, discepoli della Sapienza. Ciascuno a suo modo ha evangelizzato anche se entrambi hanno incontrato molte resistenze soprattutto da coloro che avrebbero dovuto ascoltarli e comprenderli. Giovanni Battista con la sua estrema sobrietà e Gesù con la sua amorevole prossimità, hanno testimoniato la giustizia di Dio.
Il Signore si fa prossimo e ci parla in tanti modi e in tutte le situazioni, sia piacevoli che spiacevoli. Il linguaggio, anche se assume il tono grave del lamento o quello dolce dell’esortazione e della promessa, comunica sempre il suo amore fedele ed inesauribile.
Non basta conoscere Dio ma è necessario saperlo riconoscere. La diffidenza ci ruba la gioia dello stupore e ci blocca negli slanci di generosità che invece genera la fiducia. Chi non spera nulla che vada al di là di ciò che attende non riesce ad entrare in empatia con il mondo che lo circonda che invece gli apparirà sempre ostile.
Riconoscere Dio presente nella vita significa amarlo e cercarlo nei volti e nelle storie delle persone che incrociamo, come l’amata che, desiderando il suo sposo, non lo attende passivamente se tarda ma si mette in cammino spinta dal bisogno d’incontrarlo.
La conoscenza gonfia di orgoglio mentre la carità edifica, ricorda san Paolo nella Prima lettera ai Corinti cap. 8. L’amore ci spinge a conoscere sempre meglio l’amato e chi cerca Dio, trova finalmente se stesso.
Signore Gesù, abbi pietà della nostra miopia spirituale, della stoltezza dei nostri ragionamenti e della durezza di cuore che impedisce di contemplare la vera bellezza e la bella verità nei molteplici segni del tuo amore. Guariscici dall’invidia gli occhi, pacifica la nostra mente e togli dalle nostre parole il veleno della critica. La tua grazia ci aiuti a convergere su ciò che ci unisce e a camminare insieme sulle vie della giustizia aiutandoci reciprocamente nel momento della debolezza e della prova.