Novena dell’Immacolata 2024 – Beato chi spera nel Signore
La preghiera della madre benedicente
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
L’anelito alla santità
Tra la folla che ascolta Gesù c’è una donna che, ispirata, benedice Maria per il fatto che l’ha generato e allevato. Maria riceve da quella donna una “beatitudine” suggestiva nella sua maternità, che rimane fondamentale per l’umanità del Figlio di Dio. Lodando l’albero si canta anche la bellezza e la bontà del frutto. La preghiera della donna è spontanea perché nasce da un cuore che, nella sua semplicità e senza saperlo, aspira alla santità e desidera essere come quello della madre di Gesù. Un figlio benedetto non può che essere nato da una donna benedetta. Ed è effettivamente così perché lei, come le aveva detto Elisabetta, è beata perché ha creduto nell’adempimento della Parola di Dio. La santità, infatti, è la volontà di Dio che prende corpo nella nostra vita. La replica di Gesù è, a prima vista, piuttosto fredda perché reagisce introducendo una “beatitudine” alternativa rispetto a quella pronunciata dalla donna nella folla. Essa è destinata a coloro che «ascoltano e osservano la Parola di Dio». I due verbi da lui usati sono significativi. Il primo rimanda a uno dei vocaboli biblici fondamentali per indicare l’adesione di fede: shama‘ è, sì, “ascoltare” ma anche “obbedire”. Non per nulla una delle preghiere capitali del giudaismo è Shema‘, cioè «Ascolta!», che continua così: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio…» (Deuteronomio 6,4-5). Testo caro anche a Gesù che lo considera come il «primo comandamento» (Matteo 22,37-38).
Il secondo verbo greco è phylássô, presente 31 volte nel Nuovo Testamento con altri derivati: esso esalta il “custodire” come un dono la Parola di Dio così da irradiarla in tutta l’esistenza; considerarla come un bene prezioso che alimenta atti e discorsi, un respiro che sostiene l’anima. Ebbene, Maria è Madre non solo perché ha generato il Figlio di Dio, ma lo è – come diceva ancora Luca – perché «custodiva tutti gli eventi [riguardanti Gesù] meditandoli nel suo cuore» (2,19.51). Il verbo greco usato è diverso (synteréin) ma il tema è lo stesso. Ed è per questo che Maria è “beata”: non solo perché ha avuto in grembo e allattato Gesù, ma perché ne ha ascoltato e custodito la Parola.La madre di Gesù non è destinataria di un privilegio ma di un dono che è fatto a tutti perché la Parola di Dio si è fatta vicino ad ogni uomo affinché sia sulla bocca e nel cuore di chi l’ascolta. Essa è la vera benedizione di Dio offerta a tutti, come il seme sparso ovunque dal seminatore. Il primo destinatario della benedizione degli uomini è Dio in quanto origine di ogni benedizione. Chi ascolta la sua Parola e la incarna nella propria vita diventa egli stesso benedizione per coloro che accolgono il Vangelo portato nel mondo. La beatitudine di Maria non si riferisce solo ad un evento passato grazie al quale è nato Gesù, ma alla sua azione materna verso di noi che siamo da lei educati ad ascoltare la Parola di Dio ed aiutati a metterla in pratica per diventare per gli altri fratelli benedizione di pace.
Dal Sermone 215, 4 di sant’Agostino, Vescovo
Ciò che Maria credette divenne in lei realtà
Perciò crediamo in Gesù Cristo nostro Signore, nato da Spirito Santo e da Maria Vergine. La Vergine Maria partorì credendo quel che concepì credendo. Infatti quando le fu promesso il figlio, essa domandò come questo sarebbe successo, dato che non conosceva uomo (e naturalmente le era noto quale fosse il solo modo di conoscere e partorire, ossia che l’uomo nasce dall’unione del maschio e della femmina, modo che essa non aveva sperimentato, ma che aveva appreso dalla normale frequentazione delle altre donne).
E l’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo scenderà su di te; su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo; colui dunque che nascerà da te sarà santo e chiamato Figlio di Dio» (Lc 1, 35). E dopo che l’angelo ebbe detto così, essa, piena di fede e concependo Cristo prima nel cuore che nel grembo, rispose: «Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola» (Lc 1, 38). Ossia avvenga la concezione nella Vergine senza seme di uomo; nasca da Spirito Santo e da una donna integra colui per il quale integra possa rinascere da Spirito Santo la Chiesa.
Il santo che nascerà dalla parte umana della madre senza l’apporto umano del Padre si chiami Figlio di Dio; colui che è nato da Dio Padre senza alcuna madre, doveva in modo meraviglioso diventare figlio dell’uomo, e così, nato in quella carne, poté uscire piccolo attraverso viscere chiuse, e grande, risuscitato, poté entrare attraverso porte chiuse. Sono cose meravigliose, perché divine; indescrivibili, perché inscrutabili; non è in grado di spiegarlo la bocca dell’uomo, perché non è in grado di esprimerlo il cuore dell’uomo. Maria credette e in lei quel che credette si avverò.
Crediamo anche noi, perché quello che si avverò possa giovare anche a noi. Per quanto infatti anche questa nascita sia ammirabile, tuttavia, o uomo, tu puoi pensare che cosa il tuo Dio si è fatto per te, il Creatore per la creatura; il Dio che è sempre in Dio, l’Eterno che vive con l’Eterno, il Figlio uguale al Padre non ha disdegnato di rivestirsi della condizione di servo per dei servi empi e peccatori. E questa non è stata ricompensa per dei meriti umani; per le nostre iniquità semmai noi meritavamo delle pene; ma se egli avesse tenuto conto delle colpe, chi avrebbe potuto sussistere? (cf. Sal 129, 3). È quindi per dei servi empi e peccatori che il Signore si è degnato di nascere servo e uomo dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria.
Preghiamo
Signore Gesù, benedizione del Padre che fai del cuore di chi ti ascolta un grembo che genera vita e delle labbra di chi medita la tua Parola il canale da cui scorre la grazia del Vangelo, invoca su di me lo Spirito Santo perché diventi santo come Tu sei Santo. Come un bambino che desidera il latte materno e il calore del suo abbraccio anche io anelo l’incontro con Te per parlare bocca a bocca, cuore a cuore. Chiamami con la tua voce perché ti cerchi per ascoltarti, ti trovi per servirti, rimanga con te per imparare a conoscermi e ad amare i miei fratelli come Tu ami me.