Fratelli di sangue – Giovedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) – Sant’Ignazio di Antiochia

Fratelli di sangue – Giovedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) – Sant’Ignazio di Antiochia

14 Ottobre 2024 0 Di Pasquale Giordano

Giovedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) – Sant’Ignazio di Antiochia

Ef 1,1-10   Sal 97

Dio onnipotente ed eterno,

che nella testimonianza dei santi martiri

edifichi il corpo mistico della tua Chiesa,

fa’ che la gloriosa passione,

che meritò a sant’Ignazio una corona immortale,

doni a noi protezione perenne.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni Ef 1,1-10

In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo.

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono a Èfeso credenti in Cristo Gesù: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,

che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.

In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo

per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,

predestinandoci a essere per lui figli adottivi

mediante Gesù Cristo,

secondo il disegno d’amore della sua volontà,

a lode dello splendore della sua grazia,

di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

In lui, mediante il suo sangue,

abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,

secondo la ricchezza della sua grazia.

Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi

con ogni sapienza e intelligenza,

facendoci conoscere il mistero della sua volontà,

secondo la benevolenza che in lui si era proposto

per il governo della pienezza dei tempi:

ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,

quelle nei cieli e quelle sulla terra.

Predestinati alla santità

Paolo apre la sua lettera indirizzata alle comunità di Efeso benedicendo Dio. La benedizione è un inno di lode e una confessione di fede. Oggetto della lode è la benevolenza di Dio per la quale ha deciso di creare l’uomo amando in lui ciò che ama del Figlio suo Gesù. L’atto creativo è continuo perché, mediante lo Spirito Santo, Dio educa l’uomo conformandolo a Cristo. Egli è l’archetipo dell’uomo pienamente realizzato perché ama donando la sua vita per l’altro da sé. In tal modo, la persona in cui la grazia ha la libertà di operare in lei diventa manifestazione dell’amore di Dio e canale di comunicazione della pace e della gioia.

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,47-54

Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa.

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.

Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.

Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».

Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Fratelli di sangue

Non basta costruire memoriali, moltiplicare le commemorazioni o istituire giornate della memoria senza fare della storia macchiata di sangue uno specchio nel quale guardare sé stessi, esaminare la propria coscienza e rintracciare in essa i segni del medesimo peccato dei padri la cui radice ancora nel presente produce ingiustizie atroci. La lunga traccia di sangue, che viene dal lontano passato e giunge fino ai nostri piedi, è il segno di un filo rosso che unisce in drammatica solidarietà tutti gli uomini, che invece di disobbedire al male si ribellano contro Dio. All’alleanza proposta da Dio e fondata sull’amore gli uomini spesso rispondono facendo tra loro connubi per combatterlo. Se comprendessimo quanto grande è l’amore di Dio e il suo desiderio di fare casa con noi scopriremmo la drammatica bellezza della sua fedeltà che arriva a spargere il proprio sangue per risparmiare le nostre inutili carneficine e lotte fratricide. In quel fiume di sangue dell’umana ingiustizia Gesù Cristo versa il suo perché venga redento e il cuore dell’uomo si converta dalla malvagità alla salvezza. La parola di Gesù è scomoda e urticante risulta anche la testimonianza di chi, facendo il bene, denuncia la verità del nostro peccato. Se ci fermassimo solo a “cambiare canale” quando ascoltiamo qualcosa che ci risulta fastidioso, come quando chiudiamo gli occhi davanti ad una scena che ci inorridisce, sarebbe un problema contenuto, ma purtroppo capita sempre più spesso che dalla difesa passiamo all’attacco perché pretendiamo di eliminare ciò che contraddice il nostro pensiero o il nostro modo di agire. Questo accade frequentemente sui social dove dal confronto sulle idee si scende al piano delle offese personali in duelli senza esclusioni di colpi. Il passaggio dal virtuale al reale è breve e la conflittualità giunge fino alla violenza fisica e psicologica. Soprattutto chi ricopre responsabilità pubbliche ha il compito di educare innanzitutto il proprio cuore per purificarlo da ogni forma di malvagità ereditata da una storia di conflitti fraterni. Questo può avvenire solo se si accetta un confronto leale con l’altro da sé grazie al quale maturare la capacità di una sana autocritica e la volontà di stringere alleanze educative per lavorare insieme per il vero bene comune.

Signore Gesù, Agnello di Dio che versi da innocente il sangue per la remissione dei nostri peccati, intercedi per noi perché la misericordia divina possa vincere l’ingiustizia e l’iniquità che si nascondono dietro ipocrite forme di religiosità e false devozioni. Il tuo sangue, più eloquente di quello del giusto Abele, sia seme di nuovi cristiani e irrori il campo della Chiesa perché produca frutti di giustizia e pace. La tua sapienza metta nel cuore il desiderio di autentica fraternità affinché chiunque incrocia la mia vita possa trovare in me un amico che lo introduce nell’incontro con Te. Aiutami a pregare perché possa penetrare sempre più profondamente nel grande mistero dell’amore di Dio e, cogliendone la bellezza, riesca a narrarlo credibilmente ai miei fratelli.