L’anelito alla santità – Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

L’anelito alla santità – Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

8 Ottobre 2024 0 Di Pasquale Giordano

Sabato della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Gal 3,22-29   Sal 104

Dio onnipotente ed eterno,

che esaudisci le preghiere del tuo popolo

oltre ogni desiderio e ogni merito,

effondi su di noi la tua misericordia:

perdona ciò che la coscienza teme

e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati Gal 3,22-29

Tutti voi siete figli di Dio mediante la fede.

Fratelli, la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché la promessa venisse data ai credenti mediante la fede in Gesù Cristo.

Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo.

Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.

La legge è strumento di salvezza che cede il passo alla potenza del Vangelo

Giunge il momento di verificare il contenuto del Vangelo (si è giustificati per fede), ricevuto per rivelazione da Gesù Cristo, Verbo di Dio, con la Scrittura che è pure Parola di Dio. Anche gli avversari di Paolo ricorrono alla testimonianza della Scrittura per accreditare il loro vangelo. Essi, tuttavia, tentano di inquadrare Cristo e l’evento della Pasqua all’interno degli scemi veterotestamentari. Cioè cercano di interpretare Cristo alla luce della Torah, mentre Paolo fa l’operazione opposta: La Scrittura è interpretata alla luce di Cristo e dell’evento pasquale.

Abramo è “tipo” del «credente» e non del «praticante». Come accade ad Abramo accade ai suoi figli: reso giusto per la fede e non per le opere. Quello che la Scrittura-promessa-benedizione riferisce ad Abramo si applica a Cristo e ai credenti in lui.

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,27-28

Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».

Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

L’anelito alla santità

Tra la folla che ascolta Gesù c’è una donna che, ispirata, benedice Maria per il fatto che l’ha generato e allevato. Lodando l’albero si canta anche la bellezza e la bontà del frutto. La preghiera della donna è spontanea perché nasce da un cuore che, nella sua semplicità e senza saperlo, aspira alla santità e desidera essere come quello della madre di Gesù. Un figlio benedetto non può che essere nato da una donna benedetta. Ed è effettivamente così perché lei, come le aveva detto Elisabetta, è beata perché ha creduto nell’adempimento della Parola di Dio. La santità, infatti, è la volontà di Dio che prende corpo nella nostra vita. Per questo Gesù replica che sua madre non è destinataria di un privilegio ma di un dono che è fatto a tutti perché la Parola di Dio si è fatta vicino ad ogni uomo affinché sia sulla bocca e nel cuore di chi l’ascolta. Essa è la vera benedizione di Dio offerta a tutti, come il seme sparso ovunque dal seminatore. Il primo destinatario della benedizione degli uomini è Dio in quanto origine di ogni benedizione. Chi ascolta la sua Parola e la incarna nella propria vita diventa egli stesso benedizione per coloro che accolgono il Vangelo portato nel mondo. La beatitudine di Maria non si riferisce solo ad un evento passato grazie al quale è nato Gesù, ma alla sua azione materna verso di noi che siamo da lei educati ad ascoltare la Parola di Dio ed aiutati a metterla in pratica per diventare per gli altri fratelli benedizione di pace.

Signore Gesù, benedizione del Padre che fai del cuore di chi ti ascolta un grembo che genera vita e delle labbra di chi medita la tua Parola il canale da cui scorre la grazia del Vangelo, invoca su di me lo Spirito Santo perché diventi santo come Tu sei Santo. Come un bambino che desidera il latte materno e il calore del suo abbraccio anche io anelo l’incontro con Te per parlare bocca a bocca, cuore a cuore. Chiamami con la tua voce perché ti cerchi per ascoltarti, ti trovi per servirti, rimanga con te per imparare a conoscermi e ad amare i miei fratelli come Tu ami me.