Lo scandaloso doppia faccia del narcisismo religioso – Lunedì della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Lo scandaloso doppia faccia del narcisismo religioso – Lunedì della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

25 Agosto 2024 0 Di Pasquale Giordano

Lunedì della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

2Ts 1,1-5.11-12   Sal 95

O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,

concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi

e desiderare ciò che prometti,

perché tra le vicende del mondo

là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési 2Ts 1,1-5.11-12

Sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui.

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.

Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate. È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite.

Il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.

La fede cresce con l’esercizio della carità

L’apostolo Paolo insieme a due dei suoi più stretti collaboratori indirizza una seconda missiva alla comunità di Tessalonica, la quale era molto sensibile ai temi escatologici. La Chiesa dei Tessalonicesi è ben radicata nella fede «in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo». Il ringraziamento a Dio è anche un omaggio alla fede dei credenti della città greca. L’annuncio del Vangelo ha attecchito e fruttifica. La fede non è un pacchetto chiuso ma è una realtà viva e, in quanto tale, se coltivata, cresce, permettendo al cristiano di avvicinarsi progressivamente alla pienezza della sua vocazione alla santità. Il segno incoraggiante è la carità fraterna che non è stata scoraggiata dalle difficoltà e dalle persecuzioni ma, al contrario, la sofferenza vissuta con fede ha permesso alla vita di Gesù, accolta nell’ascolto della Parola di Dio e nell’Eucaristia, di trasmettersi proprio attraverso i canali della fraternità. I credenti, partecipando nella loro carne alla passione di Gesù, diventano segno della presenza del Signore che santifica la Chiesa e la rende strumento della sua grazia. Senza tanti discorsi complicati ma solo con la perseveranza dell’amore fraterno, sostenuto da una solida fede in Dio nelle necessità, si manifesta nel mondo, qui e ora, la presenza di Dio che esercita la sua signoria sull’uomo.

La fede, come anche la carità insieme alla speranza, sono doni divini che richiedono continuo esercizio affinché la grazia di essere cristiani diventi responsabilità, personale e comunitaria, ad annunciare il Vangelo in ogni passaggio di vita e contribuire a realizzare il Regno di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 23,13-22

Guai a voi, guide cieche.

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi.

Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

Lo scandaloso doppia faccia del narcisismo religioso

Gesù riserva parole dure per coloro che strumentalizzano la fede e sono causa dello scandalo che ne deriva. La rabbia che traspare dalla sua invettiva contro gli ipocriti scaturisce dall’osservazione dell’atteggiamento di chi si presenta sotto mentite spoglie di amico e compagno ma che si rivela poi essere il più acerrimo dei nemici e strenuo oppositore della felicità dei fratelli. Cadremmo in un grosso errore se con superficialità deviassimo lontano da noi queste parole credendo di essere nel giusto. In realtà risultano essere un monito a ciascuno di noi e un rimprovero che ci costringe ad un esame di coscienza più profondo. Infatti, abbiamo bisogno di confrontarci con ciò che dice Gesù e in particolar modo con il peccato del narcisismo che assume due forme in apparenza agli antipodi tra loro. Da una parte il narcisismo si nasconde dietro il rigorismo morale che crea chiusure, contrapposizioni e fazioni e dall’altro un lassismo accomodante e accondiscendente che diseduca alla responsabilità e alla libertà. La rigidità si accompagna alla facilità con la quale si esprimono giudizi sferzanti e trancianti alimentando continuamente la polemica. Chi ha paura di riconoscere le proprie debolezze e insufficienze tende a voler emergere sfruttando, o creando appositamente, confusioni e conflitti. La cecità dello Spirito, causata dall’avidità di consenso, porta a capovolgere i valori; per cui si dà più peso alle cose benedette che a Colui che benedice. La fede fasulla, quella propugnata dai falsi maestri, si basa sull’equivoco che identifica la benedizione con una polizza assicurativa. In realtà Gesù ricorda che Dio, il Padre santo, è la fonte della santità e che noi siamo chiamati a fare con Lui un patto di alleanza per lasciarci santificare dalla Parola e dall’Eucaristia.

Signore Gesù, guida i nostri passi sulla via della pace perché possiamo essere per le nostre sorelle e i nostri fratelli compagni nel cammino della fede condividendo con essi fatiche, soddisfazioni, gioie e dolori. Il tuo Spirito mi renda forte nel combattimento con il peccato che mi nuoce e amorevole verso coloro che cercano Dio con cuore umile e semplice. La rigidità si trasformi in compassione e l’accondiscendenza in disponibilità ad accompagnare i fratelli nel comune cammino di vita incontro a Te.