Il dolce peso della Carità – Lunedì della II settimana di Avvento

Il dolce peso della Carità – Lunedì della II settimana di Avvento

10 Dicembre 2023 0 Di Pasquale Giordano

Lunedì della II settimana di Avvento

Is 35,1-10   Sal 84  

Salga a te, o Padre,

la voce della nostra preghiera,

perché il desiderio di servirti

ci conduca a celebrare con cuore puro

il grande mistero dell’incarnazione del tuo Figlio unigenito.

Egli è Dio, e vive e …


Dal libro del profeta Isaìa Is 35,1-10

Il nostro Dio viene a salvarci.

Si rallegrino il deserto e la terra arida,

esulti e fiorisca la steppa.

Come fiore di narciso fiorisca;

sì, canti con gioia e con giubilo.

Le è data la gloria del Libano,

lo splendore del Carmelo e di Saron.

Essi vedranno la gloria del Signore,

la magnificenza del nostro Dio.

Irrobustite le mani fiacche,

rendete salde le ginocchia vacillanti.

Dite agli smarriti di cuore:

«Coraggio, non temete!

Ecco il vostro Dio,

giunge la vendetta,

la ricompensa divina.

Egli viene a salvarvi».

Allora si apriranno gli occhi dei ciechi

e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.

Allora lo zoppo salterà come un cervo,

griderà di gioia la lingua del muto,

perché scaturiranno acque nel deserto,

scorreranno torrenti nella steppa.

La terra bruciata diventerà una palude,

il suolo riarso sorgenti d’acqua.

I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli

diventeranno canneti e giuncaie.

Ci sarà un sentiero e una strada

e la chiameranno via santa;

nessun impuro la percorrerà.

Sarà una via che il suo popolo potrà percorrere

e gli ignoranti non si smarriranno.

Non ci sarà più il leone,

nessuna bestia feroce la percorrerà o vi sosterà.

Vi cammineranno i redenti.

Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore

e verranno in Sion con giubilo;

felicità perenne splenderà sul loro capo;

gioia e felicità li seguiranno

e fuggiranno tristezza e pianto.

Rinnovamento dell’universo

L’oracolo suggerisce l’immagine di una processione ed evoca sentimenti forti come la gioia che all’inizio è presentata in collegamento con la festa che si sta preparando. La preparazione già accende nel cuore l’entusiasmo che si trasformerà in esultanza quando diventerà realtà ciò che può essere solo immaginato e desiderato. Il contesto dell’oracolo sembra essere caratterizzato da una sorta di immobilismo dovuto alla prova che si sta vivendo e che scoraggia a qualsiasi tipo di iniziativa. Stanche e indolenza la fanno da padroni in un popolo segnato dalla rassegnazione. L’annuncio della vicinanza di Dio può scuotere dall’apatia e dall’immobilismo per mettersi in cammino. Quando l’annuncio toccherà il cuore riaccendendo la speranza, allora la massa degli sconfitti si metterà in moto e persino gli zoppi, sostenuti dall’entusiasmo e dall’aiuto degli altri potranno marciare. Quelli che per la paura erano stati ciechi e sordi, potranno capire, vedere e sentire cosa sta accadendo. L’acqua abbondante, segno della potenza vitale di Dio, fa del deserto, luogo dello scontro tra il Signore e i suoi avversari o anche il suo stesso popolo che lo tenta, la sala nuziale e lo spazio per la comunione. Chi tenta il Signore diventa deserto, chi lo accoglie con umiltà trasforma il suo deserto in terra fertile. L’acqua, simbolo della salvezza e della purificazione rende giusto e santo colui che si lascia inondare, al contrario di chi invece pretende di farne a meno presumendo di salvarsi da solo. Il cammino è santo per i santificati mentre ne è escluso chi rifiuta l’aiuto di Dio, perde l’occasione per essere salvato e si smarrisce inseguendo i ragionamenti tortuosi del suo cuore malato.

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 5,17-26

Oggi abbiamo visto cose prodigiose.

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.

Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.

Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».

Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.

Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

Il dolce peso della Carità

La pagina del vangelo Luca ci mostra Gesù mentre insegna. Egli non è come gli altri maestri che ripetono parole altrui, il suo insegnamento è autorevole perché la sua parola realizza la liberazione che annuncia. Nella parola di Gesù c’è la potenza dello Spirito che guarisce, che libera dal male e restituisce dignità, tuttavia, è realmente efficace solamente in chi coltiva il desiderio di incontrarlo e si mette in cammino percorrendo anche strade inedite. I barellieri sanno trovare la strada, superando tutti gli ostacoli per stare alla presenza di Gesù e permettere all’amico paralitico di incontrarlo. I farisei e i maestri della legge invece non si schiodano dalle loro posizioni, piuttosto cercano d’incasellare le parole di Gesù nei loro schemi. “Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati”: Gesù afferma una verità tanto chiara quanto dimenticata, che cioè Dio ama per primo e perdona. Questo è il cuore del suo insegnamento, questo è il vangelo che scalda il cuore e ridona la vita. Davanti alla potenza dell’amore, espressa dalle parole di Gesù, gli scribi e i farisei sobbalzano sulla sedia e iniziano a lapidarlo con giudizi pesanti. Pare di risentire le mormorazioni di tanti uomini e donne di chiesa, e non solo, che per salvare la dottrina lasciano che si perdano le persone. Inquietante è quella comunità ecclesiale o civile che non sa cogliere la fede nei suoi figli, cioè l’opera di Dio che precede quella degli uomini, riconoscere il valore della dignità umana di chi appare diverso. I discepoli devono chiedere a Gesù di avere il suo stesso sguardo di compassione per vedere il germoglio della grazia piantato da Dio nel cuore di ogni uomo, che richiede di essere coltivato con parole e gesti di fiducia, di incoraggiamento, di consolazione. Quando la Chiesa parla con le parole di Gesù, parole di speranza e carità, con stupore vede che la fede sboccia anche nelle persone aride e paralizzate che riprendono il cammino verso casa.

La Parola cambia la vita

La grazia del perdono sacramentale rigenera e aiuta a riprendere il cammino sulla via del vangelo. Quanto spazio diamo nella nostra vita spirituale al sacramento della Riconciliazione? Come ci prepariamo a riceverlo?

Signore Gesù, Tu che ci conosci nell’intimo e il valore della nostra fede, cogli e compi il desiderio di guarigione che spesso è nascosto sotto la presunzione di non voler ammettere di avere bisogno di aiuto o dietro lo scoraggiamento che paralizza il cuore. Donaci il perdono dei peccati perché, con cuore rinnovato, possiamo compiere noi stessi i passi giusti per puntare sulla comunione con Te e con i fratelli. Rinnova, ti preghiamo, il vero prodigio della carità del cuore di chi ti cerca per essere guarito. La tua Parola sani le infermità invisibili dell’anima e ci educhi alla vera libertà che si manifesta nella solidarietà fraterna e nella rinuncia a lapidare gli altri con giudizi ingiusti e affrettati.